2016
Ventura: «Italia sarà protagonista»
Il ct è stato introdotto in conferenza dal presidente FIGC Tavecchio
Oggi comincia ufficialmente l’avventura di Giampiero Ventura alla guida della Nazionale. Da Coverciano il nuovo commissario tecnico dell’Italia è intervenuto in conferenza stampa per la sua presentazione. Di seguito le sue dichiarazioni, raccolte in diretta.
16:10 – Esordisce il presidente FIGC, Carlo Tavecchio: «Cominciamo il nuovo percorso da Coverciano. E’ una scelta strategica, perché questo è il punto nevralgico del sistema sportivo italiano che vogliamo recuperare e portare all’attenzione del nostro Paese. Questa è la casa della Nazionale, degli indirizzi sportivi che la Federazione ha intenzione di proporre. Agli Europei 2016 abbiamo recuperato immagine, patrimonio etico e morale, una nazione sotto certi aspetti. Il seguito televisivo, ad esempio, lo dimostrano. Ringrazio Antonio Conte per tutto quello che ha fatto. Ha dato un’immagine di assoluta novità da quando è arrivato. Ha creato uno stile di sacrificio e rispetto, puntando sul gruppo e non sul singolo. Ventura è un maestro di calcio. Non è stata un’opzione, Uva ne è testimone: sapevo che Conte avrebbe lasciato e Ventura era la mia prima scelta. Penso che questo sia il top della carriera per un allenatore. Lo staff è deciso. Dal primo settembre faremo sul serio, ma Ventura si metterà subito al lavoro. Gli auguro un felice esordio».
16:18 – Interviene Giampiero Ventura: «Sono assolutamente felice di essere qui, ma soprattutto orgoglioso di essere stato scelto per rappresentare una delle nazionali più importanti. Ringrazio Tavecchio e Uva, ma anche Antonio Conte, perché mi ha lasciato una squadra con delle conoscenze e con la cultura del lavoro, importanti per il mio percorso calcistico. Partirò leggermente avvantaggiato e questo è importante, considerando che avrò poco tempo. Avrò più basi di quane ne ha avute lui. L’Europeo ci ha dato la consapevolezza che con organizzazione, conoscenze, compattezza e disponibilità si possono raggiungere risultati importanti, potevano esserlo di più se fossero andati meglio i rigori. Possiamo ritagliarci uno spazio da protagonisti».
16:20 – Una breve parentesi di Tavecchio: «Ringrazio gli sponsor, speriamo di darvi soddisfazione e di attirarne altri».
16:22 – Riprende la parola Ventura: «Pochi giocatori che potevano essere convocati sono rimasti a casa. Il problema del calcio italiano è abbastanza evidente. Ci sono molti giovani in rampa di lancio, ma serve tempo e va data loro la possibilità di crescere senza che vengano bruciati. Avrò tre giorni per preparare la partita con la Francia, quindi la base di partenza sarà quella degli Europei, ma poi avrò modo di lanciare dei giovani, che diventeranno lo zoccolo duro della Nazionale. Oggi l’Italia offre un’infinità di esterni, dipende dalle annate, ma il 3-5-2 penalizza gli esterni».
16:26 – Prosegue il nuovo ct della Nazionale: «Il gioco va costruito, non deve avvicinarsi a quello dei predecessori. Quando speri di fare risultato ti affidi all’individualità o alla casualità, ma se vuoi farlo devi tener conto di diverse componenti, tutti devono spingere nella stessa direzione. Il calcio di Conte ha pagato in un momento particolare del calcio italiano: la panchina di Lippi era importante, i giocatori di Conte dovevano lavorare per diventare importantissimi. Si può migliorare e questo è il mio obiettivo, perché così possiamo ritagliarci uno spazio importante».
16:30 – Ventura succede a Conte per la seconda volta: «Cosa faccio? Devo tranquillizzare tutti (ride, ndr). Quando c’è un calcio organizzato puoi pensare a curare i dettagli. Ha fatto qualcosa di importante in poco tempo, quindi io curerò i particolari. Da qui nasce la speranza di fare benissimo». E su Andrea Barzagli: «Se lo chiamo ora non mi risponde, perché è in vacanza. Oggi come oggi, poi vedremo cosa dirà il campionato, può fare sicuramente comodo alla Nazionale, dico una banalità». E sul trasferimento di Graziano Pellè in Cina: «Un giocatore deve essere forte mentalmente per avere la fame dentro in campionati del genere. Diamanti quando è andato in Cina ha perso un pizzico la Nazionale. Parlerò comunque con tutti i 23 che sono andati in Francia per correttezza e rispetto, poi vedremo. Cercheremo di capire se ha senso continuare a chiamarlo. A prescindere dall’errore, era reduce da un Europeo importante. Questi giocatori dentro hanno sofferto, anche se fingono di no. Pellè e Zaza hanno imparato più dal rigore che negli ultimi anni, ma la Cina è lontana».
16:34 – Si passa a parlare del luogo comune sul catenaccio italiano: «Ho visto Francia-Albania e la Francia, quando l’Albania aveva la palla, era nella sua trequarti, Giroud compreso. In tutte le squadre c’è stata un’evoluzione tattica. Oggi non c’è una squadra che non abbia 10 uomini dietro la linea della palla. Non è quello il problema, bisogna saper leggere gli spazi per crearli e aggredirli». Sul suo stipendio: «Non guadagno un euro in più rispetto a quanto percepivo dal Torino. La Federazione ha rilevato il mio contratto». E sul suo passato: «Se parliamo di titoli, intesi come campionati e coppe, io non ho vinto nulla. E’ impossibile riuscirci se non alleni le migliori cinque del campionato. Se per vincere intendete prendere giocatori di 20 anni e lanciarli in Nazionale, generare plusvalenze, allora sì, ho ottenuto dei successi e penso di avere un Palmares importante».
16:38 – Si ritorna sul discorso convocazioni: «Ci sono stati tanti giocatori provati da Conte, come Bonaventura e Berardi, che poi non sono andati in Francia. E’ evidente che non tengo conto solo di quei 23, parlerò con loro ma seguirò anche altri. Penso a Perin e Donnarumma, che possono diventare giocatori importanti. Questi giovani non hanno l’obbligo di vincere, ma di crescere per far parte della Nazionale vincente del futuro. Non si vince per caso, ma dopo una crescita». E poi su Mario Balotelli: «Oggi Barzagli è un giocatore importante, ma non so se possa esserlo anche tra 4 anni. Oggi può dare un contributo, dando il tempo ai giovani, come Romagnoli, di crescere. Balotelli come tutti gli altri deve giocare e fare il professionista. Se ne è parlato tanto. Tecnicamente è importante, ma a livello comportamentale e di gestione ha lasciato a desiderare. Se non gioca nel Milan e il Liverpool l’abbandona, si ritrova di fronte ad un bivio. Balotelli quando ha fatto il calciatore ha dimostrato qualità assolute».
16:43 – Ventura descrive poi il suo ruolo, essendo diventato allenatore di tutti: «E’ stimolante, non vedo l’ora di cominciare. Sono convinto che ci siano i presupposti per far bene. Ho sempre pensato che l’Italia potesse andare in semifinale e molti ridevano. Pensate al Belgio: ha buonissimo giocatori, ma era tutto tranne una squadra. Vale molto di più l’organizzazione che il singolo giocatore». Ventura viene esortato poi ad aprire gli allenamenti alla stampa: «A Torino si chiedevano il motivo dei miei allenamenti a porte chiuse. Se l’aspetto tattico diventa prioritario, dai un vantaggio nel mostrare cosa provi. Se avessi la certezza che quello che viene fatto non viene divulgato, aprirei gli allenamenti. Diventa un boomerang. E’ una questione di rapporti. Al giornalista solitamente interessa chi gioca, quindi la formazione, e i convocati, ma a me piace un confronto di calcio perché poi si può parlare la stessa lingua».
16:50 – Sulla scelta del nuovo direttore tecnico: «Lippi è un amico, siamo cresciuti insieme. Credo che non sia colpa di nessuno se non sia stato scelto. Oggi dobbiamo pensare a raggiungere gli obiettivi e qui mi fermo. Non penso sia stata una scelta, ma un problema tecnico e io quello non posso commentarlo». Come deve essere la Nazionale? «Quella di Conte era umile, determinata e feroce, vorrei che resti così. Ma vorrei che fosse anche eccitante».
16:53 – Chiusura con Tavecchio su Lele Oriali: «Il problema era il ct, il resto è sotto analisi da parte mia e dei collaboratori. Se andasse via, risolveremmo il problema. Ci sono dei contatti». E con Ventura sulla libidine di allenare la Nazionale: «Sono curioso e voglioso: non vedo l’ora di iniziare. Oggi parlavo con i miei collaboratori e ho chiesto loro di buttare giù alcune immagini, perché voglio capire cosa può essere migliorato. C’è voglia di evolverci, partendo da una base ben precisa per fare un passo in avanti. Nessuno ci vieta di stupire».