2015

Davide Lippi: «A mio padre una big estera»

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Il figlio e procuratore di Marcello: «Molte cambieranno tecnico»

Davide Lippi è da più conosciuto come il figlio di Marcello Lippi, ma è molto di più: è il procuratore dell’ex c. t. della Nazionale, uno degli allenatori più ricercati del momento. L’ex campione del mondo 2006 è attualmente fermo dopo l’avventura ai cinesi del Guangzhou Evergrande, ma punta a tornare in panchina quanto prima. Dove? Lo spiega lo stesso Davide nel corso di una intervista: «L’esperienza professionale in Cina di mio padre ci ha fatto conoscere meglio dal punto di vista professionale e non più solo da padre e figlio. Oggi fra le attese del 2016 c’è anche quella di una panchina tra le prime dieci d’Europa. Si muoverà tanto, anche a giugno e mio padre ha una fame e una voglia di uno con vent’anni di meno. Non lo dico da figlio, ma da addetto ai lavori». Lippi junior fa il suo pronostico sul mercato di gennaio: qualcosa potrebbe muoversi, in attesa del gran valzer estivo…

DAVIDE LIPPI: «MIO PADRE ALL’ESTERO» – «Ci sono grandi squadre, tra le più grandi d’Italia e del resto d’Europa che cambieranno allenatore o lo hanno già cambiato. Carlo Ancelotti al Bayern Monaco è già ufficializzato, il Chelsea e il Manchester City cambieranno, United e Real Madrid sono in fermento, il Paris Saint-Germain discute il rinnovo con Laurent Blanc ma per me lì potrebbe finire José Mourinho. Da noi la Roma e il Milan. E io non sarei neanche certo che Massimiliano Allegri resti alla Juve, anche se ora sembra difficile pensarlo altrove – spiega Davide Lippi al Corriere dello Sport . Dove vedo mio padre? Su una di queste grandi panchine. Me lo auguro. Fosse per me io gli direi di guardare all’estero. Ma non pongo limiti perché gli vedo una carica addosso. Pep Guardiola al City? Così sembra. Ma io da Guardiola mi aspetto tutto: anche che resti fermo o che alla fine vada allo United». Non si parla dunque per il momento di Milan, la squadra che pareva più vicina a Lippi in corso d’opera. Tra i giovani Lippi vede bene Fabio Cannavaro (ora all’Al-Nassr), a cui consiglia però un po’ di gavetta.

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