Champions League

Juventus, Lippi avvisa: «Bianconeri immortali, da manicomio discutere Allegri»

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Le parole di Marcello Lippi alla vigilia del match decisivo tra Juventus e Atletico Madrid: l’ex c. t. invita a non dare per morti i bianconeri e difende a spada tratta Massimiliano Allegri

Cresce l’attesa in casa Juventus in vista del ritorno degli ottavi di Champions League domani contro l’Atletico Madrid: per i bianconeri, chiamati a ribaltare il 2 a 0 subito all’andata in Spagna, si profila un’impresa davvero molto difficile, ma non impossibile. Almeno stando a chi l’ambiente lo conosce bene: Marcello Lippi, intervistato stamane da La Repubblica. «La Juventus non è mai morta, dunque chi la dà per spacciata non la conosce. La Juve in un certo senso è immortale, soprattutto quando la feriscono – ha sentenziato l’ex allenatore juventino – . Calma con i processi, vediamo prima come va a finire: la Juve ha sette vite, anzi settanta. Questa è una squadra di veterani, tutti sanno come gestire i momenti di sofferenza. La Juve non dovrà mai uscire dalla gara e pazientare con molta attenzione. I gol arriveranno».

Tra le altre cose, Lippi non ha risparmiato critiche a chi mette in dubbio la posizione di Massimiliano Allegri. Per l’ex commissario tecnico campione del mondo, il tecnico bianconero non andrebbe minimamente discusso: «Fa giocare male la Juve? Ma stiamo scherzando? Vincere è un ottimo modo di giocare bene, tutto il resto è chiacchiera. Discutere Allegri dopo quasi cinque Scudetti in cinque anni e due finali di Champions è da manicomio». Il finale è riservato al suo ex pupillo (nella Juve e in Nazionale) Gigi Buffon, reduce da un momento decisamente poco felice al Paris Saint-Germain dopo la papera che è costata ai suoi l’eliminazione dalla Champions League a favore del Manchester United: «Giù le mani da Gigi, un errore può capitare a chiunque e l’età non c’entra niente, si sbaglia da ragazzini e si sbaglia dopo. E poi Buffon è il portiere con più parate in tutto il campionato francese. Pure lui, diciamolo, immortale o quasi».

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