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Lippi: «Allegri non sarà una minestra riscaldata. Inter e Juve allo stesso livello»
Marcello Lippi ha parlato a La Gazzetta dello Sport del campionato di Serie A, al via tra una settimana
Marcello Lippi ha parlato a La Gazzetta dello Sport del campionato di Serie A, che partirà tra poco più di una settimana. Le parole del ct campione del mondo 2006.
MINESTRA RISCALDATA – «A Max l’ho detto subito: “Guarda che anch’io sono tornato alla Ju- ve dopo due anni e ho vinto due scudetti giocando un’altra fina- le di Champions. Vedrai, non sarai una minestra riscaldata, ma una ribollita prelibata, di grande qualità…».
SOMIGLIANZE CON ALLEGRI – «Le analogie sono tante. La toscanità. Il fatto che lui sia arrivato alla Juve a 47 anni e abbia vinto subito lo scudetto, come avevo fatto io a 46… Max è uno degli allenatori moderni più esperti, scaltri e maliziosi, in senso buono, che ci siano. E tra i più capaci a gestire certe situazioni. La persona giusta».
RIENTRO DOPO UNO STOP LUNGO – «Ci mancherebbe. A questi livelli uno stop dopo un lungo ciclo fa anche bene: ti rilassi, studi nuove tattiche e nuovi allenatori, ti arricchisci. La squadra è forte e lui la conosce bene. Arriva da due anni un po’ particolari che però, unica forse al mondo, poteva permettersi dopo nove scudetti di fila. Ha tentato nuove strade, con un allenatore di non grande esperienza ma saggio e preparato. Era giusto provare. Non ce l’ha fatta e ora ha deciso di tornare a vincere: nessuno meglio di Max poteva interpretare questo ruolo».
CHAMPIONS LEAGUE – «Mettiamola così: le altre si sfideranno per giocarsi la finale con il Psg. E poi in 90 minuti tutto sarà possibile».
NEYMAR MBAPPE MESSI – «Sostenibile? Ma certo: se hai quei tre non puoi non farli giocare assieme, il problema è per gli altri. Poi dovrai organizzare anche il centrocampo, magari spostare Di Maria in mezzala, ma è dall’attacco che dipende il gioco».
JUVE IN CHAMPIONS – «Non è malaccio questa Juve. Stesso discorso del Psg: l’organizzazione dipende dalle caratteristiche degli attaccanti. Max ne ha di importanti, Dybala, Ronaldo, Kulusevski, Morata, Chiesa, Cuadrado, e tantissime soluzioni».
RONALDO – «Da sempre penso che Ronaldo sia il più forte realizzatore di palle gol al mondo. Non le crea lui, ma le concretizza. Quello che è importante è che la squadra gliene offra tante. Non è mai stato un centravanti vero, ha sempre avuto bisogno di un 9 tipo Benzema accanto, ma la Ju- ve questo 9 non ce l’ha. Immagino che Allegri lo farà giocare con altre due punte, in un sistema di tagli, sovrapposizioni e cambi di posizione che non darà punti di riferimento alle difese».
JUVE FAVORITA PER LO SCUDETTO – «Juve sempre favorita, quest’anno ancora di più: non ha vinto, quindi è affamata e ha voglia di rifarsi. Ma l’Inter è al suo livello: dopo aver perso Lukaku sta per comprare Dzeko e non credo venderà più».
LE ALTRE – «Vedo bene il Napoli, mi sembra molto aggressivo e compatto grazie soprattutto a Spalletti che sa unire il gruppo. L’attacco è sempre ben organizzato, dovrà lavorare su altri reparti».
RIVOLUZIONE IN PANCHINA – «Tutti allenatori senza grilli per la testa, molto concreti, molto attenti ai risultati: che poi li raggiungano con il 3-5-2 o il 4-3-3 non importa. Mourinho è un bel ritorno per il calcio italiano, un grande organizzatore».
MILAN – «Cosa serve per confermarsi? Serve semplicemente che giochi Ibrahimovic. È fondamentale che recuperi presto dall’infortunio e non si faccia di nuovo male. È importante quando sta in tribuna, figurarsi in campo. Troppo trainante il suo ruolo».
ATALANTA – «L’Atalanta si confermerà ad altissimi livelli. Di solito è brava a trovare sconosciuti a prezzi convenienti e poi a collocarli in un’organizzazione perfetta, nella quale diventano decisivi. Zapata è molto importante, non so se davvero se ne priverà».
DUE GIOCATORI CHE ASPETTA – «Dybala e Zaniolo. Lo juventino l’anno scorso pratica- mente non ha giocato, ora può portare tanta qualità alla Juve: spero abbia l’abilità e la fortuna di prepararsi al meglio. Zaniolo mi sembra recuperato dal punto di vista fisico, spero sia tornato quello di prima, segna, è diventato padre, sta maturando. È il momento di raccogliere quanto di buono ha seminato».
LOCATELLI – «Vorrei vedere Locatelli alla Juve. Mi è piaciuto tantissimo all’Europeo, si è dimostrato il centrocampista più completo del nostro calcio: marca, imposta, si inserisce, distribuisce il gioco, fa gol. Sa fare tutto».
CHIESA – «Chiesa è una “bestia”, un animale da lotta e da corsa. Costruisce decine di occasioni per sé e per gli altri. Straordinario».
EUROPEO – «Una Nazionale entusiasmante. Bellissima. Per esperienza, so che un Mondiale o un Europeo si costruiscono con il lavoro nei due anni precedenti. Ho visto l’Italia crescere, ho apprezzato i messaggi che Mancini mandava alle squadre, i giocatori convocati prima addirittura che giocassero in campionato. Poi, di partita in partita, si vedeva che sapeva e voleva vincere. Ha sfruttato al massimo le tre partite a Roma ed è diventata fortissima perché ha raggiunto autostima e convinzione totale della sua forza».
TRIONFO MERITATO – «Abbiamo dominato tutti e giocato alla pari con la Spagna che è abituata a comandare. Infine il capolavoro con l’Inghilterra che ha avuto paura di vincere, visto che da cinquantacinque anni non ci riesce. Ha sofferto la pressione, lo stadio tutto per lei e, passata in vantaggio, le è venuto il braccino. Invece l’Italia ha fatto sempre il suo gioco».
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