Lippi: «Conte? Bravissimo, come Ancelotti. Felice per l'Italia» - Calcio News 24
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2016

Lippi: «Conte? Bravissimo, come Ancelotti. Felice per l’Italia»

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Di ritorno dalla Cina – dove allena la nazionale di calcio – Marcello Lippi fa un’istantanea del calcio italiano: «Juve, strana gara quella in Supercoppa: atteggiamento sbagliato, ma si riprenderanno. ».

Rientrato dalla Cina per le (brevi) vacanze, Marcello Lippi assegna i suoi oscar ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, e qualche «cucchiaio di legno», al calcio italiano tra campionato, Champions e Nazionale.

MILAN – Non era facile prevedere una Supercoppa al Milan: «Pensavano tutti Juve, ma il Milan ha fatto quello che poteva e doveva. Ordine, sicurezza, gestione palla. Mi piace questa squadra e il gruppo forte di italiani che dà senso di appartenenza. Quel Suso che sembra un leader: lo cercano sempre, lui si tiene largo per ricevere palla e fare subito cose importanti. A me per la verità piace molto anche Niang e sono curioso di rivederlo in campo». Montella per Lippi è… «…decisivo. Ha dato coordinate tattiche e sicurezza. Il Milan
non butta mai via la palla, ha punti di riferimento precisi, caratteristiche ben definite. La ricostruzione è ripartita. Se poi dovessero dargli qualche giocatore di altissimo livello…».

JUVENTUS – Ci si chiede se la Juve possa davvero giocare con tre punte: «Sì che si può. Mi pare che Max ci stia pensando. Forse la condizione fisica non esaltante gliel’ha impedito a Doha, ma non è un’eresia tattica. Sono convinto che li proverà dal 1’ e che stia solo aspettando di averli tutti al massimo». Secondo Lippi, Pjanic non è un problema in sé: «Per me è il più avanzato dei centrocampisti, il suo ruolo è quello visto in Supercoppa». La Juve avrà qualche problema, ma in campionato allunga perché le altre non sono continue. Qual è la vera rivale? «Roma e Napoli sono sullo stesso piano per giocarsi il ruolo di antagonista. Ma tutte le inseguitrici, chi più chi meno, hanno avuto da tempo qualche
problemino. In particolare il Napoli».

NAPOLI – Ci si chiede perché Lippi veda nei partenopei una pretendente azzoppata: «Sarri è stato sfortunato. Ha perso sul mercato il miglior centravanti del mondo e, dopo aver trovato in Milik uno che segnava allo stesso ritmo, s’è ritrovato di nuovo senza. Però è stato bravo a inventarsi questo attacco senza 9, senza punto di riferimento centrale, ma con Insigne, Mertens e Callejon che si muovono e fanno tagli con e senza palla, mettendo in difficoltà chiunque». Mertens è oggetto di lodi da parte di Lippi, che fa un paragone importante: «Mertens è un grandissimo giocatore che vede la porta come un 9. In area mi ricorda Paolo Rossi per le giocate rapide, i triangoli stretti, lo sprint».

ROMA – La Roma arriva in alto e poi, spesso, si ferma… «Quello è forse il compito più importante per Spalletti: dare convinzione più forte ai suoi per trovare un rendimento all’altezza delle aspettative. Al momento c’è troppa differenza tra i risultati all’Olimpico e quelli fuori. Ha tutto, da Dzeko straordinario centravanti atipico che fa tutto e non aspetta il cross in area, a Salah, Perotti, El Shaarawy. E Nainggolan: grinta, ritmo, uno dei migliori centrocampisti al mondo».

SORPRESE ED ESTERO – La cosa più bella dell’anno? «Senza dubbio l’Atalanta. Ma non intendo solo la classifica: è che gioca come una grande. Davvero. Aggressiva in tutte le zone, con inserimenti, verticalizzazioni, poco possesso palla ma tagli rapidi, tutti che vanno in gol, esterni che si allargano per ricevere. Le grandi d’Europa fanno così. Si vede la mano di Gasperini, uno che ha qualità di organizzatore di gioco come pochi. Ha avuto solo un’esperienza particolare con l’Inter, ma diciamo che non è stato l’unico…». A proposito di allenatori. Due italiani, Conte e Ancelotti, in testa in Inghilterra e Germania, mentre tanti giovani italiani s’impongono all’estero: «Mi sto semplicemente entusiasmando per la generazione dei Caldara, dei Gagliardini, per il futuro del calcio italiano. Sono bravi, forti, e soprattutto giocano titolari: qualche anno fa erano tutti in panchina. E sono totalmente d’accordo con la politica di Ventura: era il momento di abituare i ragazzi, di farli ambientare con gli stage, di spiegare cosa vuole tatticamente, insomma di trovarli preparati quando arriverà il momento, senza pagare l’emozione come in passato».

CINA – La chiusura è per la missione di Lippi in Cina, da c.t.: «Difficile perché siamo lontani dal terzo posto. Quando sono arrivato, ho preso i ragazzi e ho cercato di fargli capire una cosa: non è possibile che quegli stessi 7/8 cinesi che qualche anno fa hanno dominato l’Asia con il Guangzhou, con in più tre stranieri, oggi non possano giocarsela alla pari in Nazionale con altri tre cinesi molto forti. Per questo sto cercando di dare loro un’organizzazione tattica e psicologica: sentono molto la responsabilità di rappresentare un paese così grande». Magari ha portato qualche novità: «Soprattutto in attacco. Giocavano con due punte, io ne schiero 3 e soprattutto voglio che facciano reparto: il primo pressing, movimento senza palla per disturbare i rivali. Al debutto non abbiamo vinto ma i dati sono stati entusiasmanti: 68% possesso, aggressione totale, 25 tiri in porta, 2 pali, una traversa. La gente dice di non aver mai visto una Cina così aggressiva. Se non ce la faremo per il Mondiale, almeno dovremo giocarcela alla pari in Coppa d’Asia».

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