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Lippi: «Mio papà era antijuventino. L’Avvocato mi disse una cosa»

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Marcello Lippi, ex tecnico bianconero, ha parlato del suo arrivo alla Juve e ha raccontato alcuni aneddoti. Le sue parole

Ospite a Ricomincio dal NoMarcello Lippi ha parlato di alcuni aneddoti della sua carriera e non solo. Le parole dell’ex tecnico della Juve.

AVVOCATO – «L’Avvocato era troppo forte, era fantastico. Lui non veniva neanche a vedere la Juve, andava a vedere l’Inter, il Milan. Questo perché quando andai alla Juve nel 1994 era dieci anni che non vinceva lo scudetto. L’Avvocato un giorno era a vedere l’Inter, gli fecero un’intervista: ‘La Juve come la vede?’. In quell’anno la Ferrari stava andando male, un po’ come ora, e lui disse: ‘Mah è più facile che vinca il Mondiale la Ferrari che lo scudetto la Juve. Siamo diventati campioni d’Italia. Alla fine dell’anno l’Avvocato venne a salutare e festeggiarci. Quando andai a salutarlo. Lui disse: ‘Vedete quel signore là? Al 99% è merito suo se abbiamo vinto il campionato».

PADRE  «Mio padre odiava la Juve, era un vecchio socialista di quelli al bar, che odiano il potere. Un giocatore avversario spezzava la gamba a uno juventino e l’arbitro dava rigore, diceva: ‘Non è vero, non era rigore’. Era un anti-juventino. È morto nel ’91, quando nel ’94 sono andato alla Juve andai alla tomba di mio padre e gli dissi: ‘Papà, abbi pazienza, ma io ci vado alla Juve. Stammi vicini, te ne farai una ragione, ma io ci vado alla Juve».

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