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L’ex team manager del Milan: «Via Allegri e Pirlo, fu la fine»
Intervista allo storico ex team manager del Milan Silvano Ramaccioni in occasione dei suoi 80 anni tra passato più e meno recente…
80 anni di Milan vissuti sempre intensamente: Silvano Ramaccioni, storico ex team amanger rossonero, si gode oggi la pensione, senza però dimenticare il suo passato. Impossibile del resto non ricordare 32 anni vissuti a stretto contatto con le vicende della sua squadra del cuore: dall’arrivo di Silvio Berlusconi, alle grandi vittorie, come l’incredibile 4 a 0 rifilato al Barcellona in finale di Champions League nel 1994. Tanti gli allenatori visti lavorare in prima persona, dai più vincenti – Arrigo Sacchi e Fabio Capello – passando per gli altri, rammenta Silvano in una intervista: «Ricordo anche Alberto Zaccheroni, che vinse lo Scudetto al primo colpo, e Oscar Tabarez, ottimo allenatore che non meritava di andar via. Stesso discorso per Massimiliano Allegri. Il suo esonero e la cessione di Andrea Pirlo sono stati l’inizio della fine».
Già, la fine. Gli ultimi anni in chiaroscuro del Milan sono stati per Ramaccioni fonte di non poche preoccupazioni: «Lo temevo e infatti, quando incominciarono le trattative per la cessione, scrissi ad Adriano Galliani dicendogli che avrei preferito la Serie B con proprietà italiana, piuttosto che una Champions coi cinesi – le parole dell’ex team manager al Corriere dello Sport – . Galliani, però, mi rispose che il presidente era stanco». Una battuta anche sull’amico Gennaro Gattuso, oggi allenatore rossonero: «Gli voglio bene, ma mi spavento quando vedo la sua faccia perché ho l’impressione che viva con troppa preoccupazione il suo ruolo». Sulla finale di Supercoppa Italiana di domani, infine: «Troppo forte questa Juventus? Sì, perché quando va in vantaggio non la riprende nessuno, come il Milan di Capello. Quel Milan, però, e anche quello di Sacchi erano molto più forti di questa Juve, con giocatori migliori».
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