Ranieri: «Almeno la salvezza l'ho centrata» - Calcio News 24
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2016

Ranieri: «Almeno la salvezza l’ho centrata»

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Il tecnico romano: «Mia madre a 96 anni è tifosissima del Leicester!»

Claudio Ranieri sta volando con il suo Leicester a più cinque sulla seconda in Premier League. Il merito di questo primato però va ricercato anche nelle origini di Ranieri, che racconta quando era piccolo al quartiere Testaccio e doveva per forza andare a messa altrimenti non lo avrebbero fatto giocare a pallone all’oratorio. I suoi avevano una macelleria nel quartiere: «Debbo molto ai miei, i valori fondamentali dell’educazione alla vita. Mio padre non c’è più, mia madre a 96 anni è tifosissima del Leicester!». Dall’oratorio Ranieri finì alla Roma, la sua squadra del cuore, e Helenio Herrera in persona lo scelse e entrò in squadra facendo tutta la trafila. Prima Scopigno, poi Liedholm e infine Catanzaro dove dice di aver passato anni splendidi prima della chiamata alla Vigor Lamezia: «La curiosità mi spingeva a fare l’allenatore, volevo mettermi alla prova. Volevo vedere se capivo di calcio, volevo far vivere il mio spirito e le mie idee. Ero e sono sensibile, mi piace farmi capire e parlare».

IL PASSATO – Dopo le prime esperienza in Italia arriva la chiamata anche in Europa, si passa dalla Puteolana al Cagliari e anni dopo all’Atletico Madrid: «Gil voleva fare una grande squadra, però gli furono bloccati gli assegni e avviata una procedura fallimentare e la squadra venne data a un giudice, che mi chiese di restare e dare una mano. Eravamo a metà classifica e questo giudice mi disse che se non avessi vinto una gara la domenica dopo sarei stato esonerato, non accettavo quella decisione e così mi dimisi». Si passa all’avventura all’Inter, la sua ultima in Serie A in ordine cronologico: «Andammo troppo bene all’inizio, la squadra poi calò e tutto divenne difficile. Con Moratti ho ottimi rapporti, coi presidenti sono sempre chiaro: se un progetto mi convince, lo sposo. Ma poi nessuno deve dirmi nulla sul piano tecnico». In Grecia invece non è andata bene ed è arrivato l’esonero, figlio anche della situazione disastrata del paese ellenico, come racconta Ranieri a Il Corriere dello Sport. Ranieri poi sottolinea i problemi che ha Conte, ovvero la poca quotidianità col gruppo di giocatori.

IL TITOLO – A proposito di nazionali, su quella italiana Ranieri è chiaro: «Ho un impegno di tre anni col Leicester, poi mai dire mai». Il Leicester è un po’ come il Sassuolo, prosegue Ranieri, anche se i Foxes a marzo del 2015 erano quasi retrocessi. Ranieri infatti afferma: «Ho fatto un programma per rivedere tutte le partite, mi sono informato e ho visto potenzialità. Abbiamo preso pochi elementi senza spendere molto e dovevo puntare alla salvezza. Almeno quella l’ho centrata. Per noi è un anno eccezionale, irripetibile. Stiamo giocando bene e le grandi sono in crisi, tutti dicevano che non avremmo tenuto e saremmo crollati e invece siamo in cima senza presunzione». Ranieri predica calma e tranquillità, dice che i suoi sono umili e fantastici ed elogia il centrocampista Kantè ma anche tutti gli altri elementi. Infine parla del clima che si respira nella città di Leicester: «Le donne mi fermano per dirmi che si scusano se non possono venire allo stadio ma tiferanno allo spasmo per i Foxes. Io non perdo mai serenità ed equilibrio, ci stiamo provando e ci proveremo. La città ci tiene nelle sue mani».

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