2015
Lecce, Tesoro lascia: «Ora siete contenti?»
Il presidente dei giallorossi: «Ostili verso di me sin dall’inizio»
«Sono qui per accontentare tutti, non posso far finta di niente nel momento in cui alcune persone decidono che io debba andare via da Lecce». Parole forti, quelle pronunciate da Savino Tesoro: indipendentemente da come andrà a finre il campionato, il presidente venderà il club salentino. «Non capisco perché parte della stampa locale, che ho personalmente invitato qui oggi e che non si è nemmeno presentata, sin dal primo momento in cui ho rilevato il club mi sia stata ostile. Persino alcuni politici sono stati maldisposti nei miei confronti: Gabellone, per esempio».
I COSTI – Quanto alle voci di una plusvalenza – pare che Tesoro non abbia pagato nulla per comprare il Lecce -, il presidente spiega: «Bisogna puntualizzare che vi erano determinati accordi. Il primo anno ho sostenuto costi di gestione, lasciati dalla precedente proprietà, per 8 milioni e 800mila euro. L’anno dopo sono scesi a poco più di due milioni. Lo stipendio dei calciatori che ho trovato ammontava a oltre 5 milioni e negli accordi c’era scritto che avrei avuto un contributo di 1,5 milioni che non ho mai visto. Tra le spese anche 512mila euro per pagare Cipollini, Grassani e Osti. Adesso fate i conti voi e vedrete quanto mi è costato il Lecce, altro che zero».
MICCOLI – Infine, una battuta su Fabrizio Miccoli, in attesa che il Romario del Salento decida cosa fare: «Ha chiesto due giorni di permesso e glieli abbiamo concessi. Nutro grande stima nei confronti della persona e del calciatore, ha avuto un attimo di sbandamento e ho cercato di aiutarlo, offrendogli anche un ruolo da dirigente. Ora, però, è tornato regolarmente ad allenarsi».