Lecce, Meluso: «La retrocessione resta il mio rimpianto»
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Lecce, Meluso SVELA: «La RETROCESSIONE resta il mio RIMPIANTO, sul Sticchi-Damiani dico QUESTO»

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Mauro Meluso

Le parole di Mauro Meluso, ex dirigente del Lecce, sul suo periodo in giallorosso. Tutti i dettagli

Mauro Meluso, ex dirigente del Lecce, ha parlato a La Gazzetta del Mezzogiorno del suo periodo in giallorosso.

INIZIO DI STAGIONE – «La squadra diretta da Gotti era attesa da un avvio in salita, dovendo vedersela con Atalanta e Inter nelle prime due giornate. Quando si affrontano le big bisogna mettere in preventivo che è probabile che arrivi una sconfitta, il che è avvenuto. Penso che in società nessuno abbia fatto drammi. Poi l’undici salentino si è aggiudicato il match con il Cagliari, cogliendo un risultato importantissimo, non solo per la classifica, che in questo momento è inutile guardare, ma soprattutto per il morale del collettivo e per l’umore della piazza».

TIFOSI – «I tifosi salentini sono consapevoli che ci sarà da soffrire sino alla fine e penso che abbiamo la massima fiducia nella società, che è composta da brave persone che hanno a cuore il club ed il territorio che rappresenta».

RETROCESSIONE 19/20 – «Costituisce il mio enorme cruccio ed è maturata nell’orribile anno del covid, che ha appesantito notevolmente i bilanci di tutte le società italiane e ci ha costretti a giocare dinanzi a spalti deserti. Mi dispiace che in seguito siano circolate voci non veritiere su presunti ingaggi milionari concessi a calciatori quali Babacar o Benzar, che non resero secondo le aspettative. Alle quattro stagioni in giallorosso mi legano bei ricordi, tante gioie, qualche momento di tensione come fatalmente capita, ed operazioni come quelle relative a Gallo, che è ancora in rosa, La Mantia, Petriccione e Falco. Quando arrivai in C fummo costretti a dare diversi “incentivi all’esodo” per liberarci di calciatori che non facevano parte del progetto».

RAPPORTI – «Ho avuto la fortuna di lavorare in sintonia con quel grande presidente che si è rivelato Sticchi Damiani, con il direttore generale Mercadante e con gli altri dirigenti dell’epoca».