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Lecce, Gotti: «Futuro? Prima la salvezza, poi vediamo»

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Luca Gotti, allenatore del Lecce, ha parlato della vittoria per 3-0 contro il Sassuolo e del su futuro in giallorosso

Il tecnico del Lecce Luca Gotti è intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio dopo il 3-0 rifilato al Sassuolo.

LECCE – «Ci sono occasioni nelle quali un piccolo cambio può diventare determinante per tanti fattori. Si riaccendono delle cose che magari erano sopite, si aggiustano un paio di piccole cose che alla lunga diventano grandi cose. Oltre ai numeri mi piace sottolineare quello più emozionante: siamo stati seguiti a Reggio Emilia da un mare di persone, da una passione, tutto il settore ospiti era sold out: 4.000 persone hanno fatto più di 1000 km per venire a seguire la partita. Il fatto che ieri l’aspetto sportivo sia andato di pari passo a questa cornice è stato ancora emozionante».

LECCE-UDINESE – «Questo incrocio che ci sarà tra un paio di settimane tocca di nuovo la corda delle emozioni. Ho vissuto tre anni molto intensi e belli a Udine. Anche qui non c’è solo l’aspetto sportivo, c’è come riesci a vivere un territorio, insieme a delle persone con cui sono stato molto bene. Poi è chiaro al nostro livello professionale, nel momento in cui l’arbitro fischia l’inizio, bisogna pensare solo a quello che si deve fare»

MODELLO LECCE – «In due anni il Lecce, che ha il suo scudetto nella salvezza, è rimasto sempre sopra la linea di galleggiamento. Questo è sintomatico di un lavoro serio e profondo alla base. Il Lecce ha il budget più basso dell’intera Serie A, la squadra più giovane dell’intero campionato. Il fatto che la società sia gestita in questo modo è una garanzia per i suoi tifosi e per i salentini. Per quanto mi riguarda, le cose sono molto veloci: un mese fa eravamo a parlare di come affrontare questo mini-campionato, adesso se n’è andata metà delle partite. Ne rimangono altre cinque, poi faremo tutti i ragionamenti del caso»

RISCATTO PERSONALE – «Nel 2023 ho avuto alcuni problemi fisici, un paio di operazioni piuttosto invasive. Contestualmente ho subìto un esonero che dal punto di vista professionale ho ritenuto una grande ingiustizia a La Spezia. Anche in quel caso, non eravamo mai andati sotto la linea del galleggiamento. La ruota gira? E allora cerchiamo di farla girare»

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