Leali avverte la Juventus: «L'Olympiacos ha esperienza europea» - Calcio News 24
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2017

Leali avverte la Juventus: «L’Olympiacos ha esperienza europea»

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leali frosinone novembre 2015 ifa

Nicola Leali è oggi in Belgio, ma ha giocato con l’Olympiacos e ha qualche consiglio per la Juve: «Il ritorno sarà caldo in Grecia»

Nicola Leali è di proprietà della Juventus, ma conosce benissimo pure l’Olympiacos. Il 24enne portiere mantovano, da luglio in prestito ai belgi dello Zulte Waregem con cui giovedì affronterà la Lazio in Europa League, la scorsa stagione è stato protagonista nel club greco che dopodomani sarà all’Allianz Stadium per il secondo turno del girone di Champions League. L’Olympiacos che affronterà la Juventus è tanto diverso dal suo, come conferma Leali a “Tuttosport”: «Qualche novità c’è: l’allenatore non è più lo stesso e alcuni giocatori sono cambiati. Di sicuro con gli addii di Cambiasso e Domínguez hanno perso un po’ d’esperienza. Della squadra in cui ho giocato io ne sono rimasti comunque parecchi: penso soprattutto a Kapino, Romao, Marin, Fortounis, Pardo…». C’è un giocatore che spicca sugli altri «Il pericolo numero uno dell’Olympiacos è Marin, l’ex Fiorentina. Marko è un brevilineo rapido e abile negli uno contro uno. E’ un’ala che quando ti punta, spesso ti salta». Il ritorno è in programma all’ultima «L’Olympiacos è un club abituato a giocare le Coppe europee e non va sottovalutato, ma se i bianconeri giocano come sanno sono superiori».

«OLYMPIACOS ABITUATO ALLE COPPE» – L’ultima giornata vedrà il ritorno della gara in Grecia, il 5 dicembre ad Atene. «Ecco, se proprio devo dare un consiglio alla Juventus, sarebbe meglio arrivare al Pireo con la qualificazione agli ottavi di Champions già in tasca. Il Karaiskakis è uno stadio caldissimo, però per l’Olympiacos è un’arma a doppio taglio. Se i giocatori iniziano la partita attaccando, il pubblico fa la differenza in positivo, toccando dei ritmi di tifo incredibile. In caso contrario piovono fischi e per le squadre avversarie può essere un vantaggio». C’è qualcosa che non scorderà mai della sua esperienza all’Olympiacos? «In Grecia ho vinto il campionato. Ma indimenticabili saranno soprattutto i derby con Aek Atene e Panathinaikos. E anche le sfide col Paok, vissute ugualmente come stracittadine. Sono partite con una pressione più alta delle altre, di fatto è come disputare due campionati in uno. Ci sono i derby e ci sono le altre giornate. E quando perdi con le rivali dirette i tifosi si fanno sempre sentire, come è successo la scorsa stagione dopo il k.o. contro il Panathinaikos: ci siamo trovati non so quanta gente al centro sportivo. Cambiasso, che tra River Plate, Real Madrid e Inter ha giocato un sacco di derby di altissimo livello, mi ha detto che come atmosfera in Grecia non sono da meno e l’unico difetto è che vengono disputati senza la tifoseria ospite».

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