2015
Le tre mosse che servono al Napoli di Sarri
Napoli in fiducia: la sessione di calciomercato può completare la rosa di Sarri
Il Napoli di Maurizio Sarri va: ha già acquisito una sua identificabile fisionomia e dunque una proposta calcistica che riesce ad inscenare a prescindere dal livello dell’avversario, agli ottimi risultati del campionato – Napoli al secondo posto della classifica con la migliore differenza reti generale, tutto in coabitazione con la sorprendente Fiorentina di Sousa – ha sommato il girone d’Europa League da record.
IL CALENDARIO – Ma serve ancora qualcosa alla banda Sarri dall’imminente finestra di calciomercato per restare su questi livelli e vivere un 2016 da protagonista? Risponde in primis il calendario: soltanto nel mese di febbraio – nei giorni che vanno dal 14 al 28 – il Napoli giocherà in ordine contro Juventus, Villarreal al Madrigal, Milan, ancora Villarreal nella sfida di ritorno dei sedicesimi d’Europa League ed infine Fiorentina. Un ciclo terribile che la dirà lunga sulle reali ambizioni partenopee: occorre giungere al grande appuntamento con l’attrezzatura necessaria a competere su due fronti ed evitare cadute indesiderate.
IL DIFENSORE – Numericamente è il reparto in cui il Napoli sarebbe a posto: l’imminente cessione di Henrique però (destinazione Brasile, rientro in patria per il non utilizzato difensore verdeoro) altera i piani di Sarri che dovrà inserire in organico un nuovo centrale. L’esplosione di Koulibaly sotto la sua gestione tecnica e la piena affidabilità del primo sostituto Chiriches – oltre ovviamente ai dati della difesa partenopea, seconda del torneo dopo quella dell’Inter – sembrerebbero fattori in grado di spostare le necessità altrove: tradotto, potrebbe arrivare una mera alternativa numerica per completare il pacchetto difensivo in vista dell’uscita di Henrique e non quell’innesto di elevato spessore di cui si è discusso in estate.
IL CENTROCAMPISTA – E’ qui che, stando a quanto emerso da alcune dichiarazioni dei vertici societari e dunque in primis del presidente Aurelio De Laurentiis, il Napoli potrebbe operare qualitativamente in entrata: alla rosa manca in tal senso un’alternativa di passo, qualcuno che possa far rifiatare Allan ed Hamsik e perché no aggiungere talento all’economia del gioco partenopeo nelle sue rotazioni. I profili che circolano sono tutti di livello: il giovanissimo (classe ’95) Rabiot, il portoghese Andrè Gomes (’93) del Valencia, il fidato Vecino (’91) o la vecchia fiamma Cristoph Kramer (’91) vincitore del Mondiale in Brasile con la sua Germania. Il presidente ha concesso ulteriori indizi sull’identikit: non arriveranno calciatori prossimi ai trent’anni ma neanche giovanissimi che poi l’allenatore fatica ad inserire. In tal senso sembrerebbe scartato il nome di Rabiot.
L’ATTACCANTE – Guardando alla portata dei nomi potrebbe apparire una blasfemia (perché del resto aver bisogno di innesti quando i tuoi attaccanti si chiamano Higuain, Insigne, Callejon, Mertens e Gabbiadini?) ma ad un’analisi più attenta la vicenda non è poi così scontata. Innanzitutto i numeri: viene facile pensare che il Napoli abbia per distacco l’attacco più prolifico, eppure quello partenopeo è il terzo della Serie A dopo Fiorentina e Roma. Sullo stesso piano la vicenda infortuni: lo stop di Gabbiadini ha messo Sarri di fronte alla situazione di avere una sola reale risorsa alternativa al suo tridente titolare, quando anche Mertens si è fermato il tecnico è stato costretto a ricorrere al pur funzionale El Kaddouri. In soldoni: quando giochi con tre attaccanti, un totale di cinque può non bastare. Ed il calendario afferma lo stesso: non è da escludere dunque che il Napoli, qualora trovi una buona occasione, si muova anche in tale direzione. Il girone di ritorno sarà coronato dalle trasferte sui campi di Inter, Fiorentina, Juventus e Roma (le prime cinque forze del campionato con il Napoli): al San Paolo sono arrivati dieci punti, per ripetersi servirà essere perfetti.