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Le responsabilità di Gasperini all’Atalanta: dal mercato al rapporto con ambiente e società

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Le parole di Gian Piero Gasperini creano polemica all’interno del mondo Atalanta. Questione di responsabilità

In quattro giorni l’Atalanta è passata dalla consapevolezza di avere tra le mani un gruppo collaudato agli errori grossolani (anche in termini di atteggiamento) che hanno messo in discussione Gasperini. Altro giro, altra sconfitta, altri cambi sbagliati, ma sono state le dichiarazioni post partita a sollevare la polemica nerazzurra.

Partiamo dalla serenità da parte di ambiente e società. Al di là di critiche eccessive, Bergamo e l’Atalanta gli hanno sempre garantito carta bianca anche su decisioni assai delicate, ma riprendendo le due partite con Lecce e Inter, la polemica si crea sull’aver fatto troppi esperimenti peccando parecchio di superbia. Atalanta-Napoli del 2016 era un contesto diverso dove la pietra filosofale non si era praticamente trovata, dando spazio a giovani tanto affamati quanto talentuosi. Nel 2022 2023 l’equilibrio era già presente, e aveva portato l’Atalanta sia al primo posto che ad avere la miglior difesa fino a qualche giornata fa. Effettuare cambiamenti evitabili, a maggior ragione per dare segnali alla società, è una situazione che non sta in piedi: peccando parecchio di hubris e senza quella responsabilità che serve quando si sbaglia.

La tesi di Gasperini cade quando parla di avere una rosa tanto abbondante quanto difficile da gestire, specialmente se fa giocare X rispetto a Y. Certo, sul piano delle cessioni la società poteva sfoltire un po’ di più, ma nonostante avesse sempre avuto in questi anni un parco giocatori dove 3/4 erano titolarissimi, riusciva a gestirli in una maniera quasi impeccabile. Avere una rosa forte anche in panchina è parte integrante dell’essere una grande squadra. Inoltre la società si è mossa sotto sue indicazioni: lui ha chiesto attaccanti? Gli sono stati presi attaccanti. Serve gente giovane? Gli hanno dato dei giovani. Voleva pedine esperte in ambito europeo? Fatto anche questo. Gli “ingredienti” della torta li ha scelti mister (grazie anche ai 100 milioni spesi in estate), e parlare implicitamente come se la proprietà non lo avesse ascoltato è inesatto, soprattutto quando certi risultati sono assai evitabili: un conto è farlo quando non vi è coordinazione tra società e mister, un altro è crearlo in un clima di serenità. All’Atalanta tutti si devono assumere delle responsabilità: società, giocatori, tifosi e anche Gian Piero Gasperini.

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