2016

Le 20 cessioni pesanti di Barcellona e Real Madrid

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Barcellona e Real Madrid, soltanto grandi acquisti? Beh, non sembrerebbe.

Quando arrivano qui non si muovono più: beh guardando ai Messi, Neymar, Cristiano Ronaldo, parte di verità è innegabile. Giunti in club del calibro economico-sportivo e riconoscimento globale che attualmente spetta soltanto a Barcellona e Real Madrid, è difficile poi ipotizzare un futuro altrove. Fosse soltanto per le complessità di trattative fuori da ogni logica di bilancio: quanto devi offrire per portarti a casa un Neymar? E poi l’ingaggio? E siamo certi che un calciatore protagonista al Barcellona voglia abbandonarlo per andare altrove?

ED IN PASSATO? – Ma è sempre andata così? Oppure nell’era moderna Barcellona e Real Madrid hanno lasciato partire le proprie stelle? Acquisti record, quelli li ricordano tutti, ma le operazioni in uscita? Ove si intende, ovviamente, cessioni di calciatori nella piena evoluzione della propria carriera e non nelle battute finali. Bene, la lista è fragorosa: a leggerli ora tutti insieme vi suonerà comune, vi sembrerà normale, ma riconoscerete tutti che, non appena il pensiero si sofferma su club quali Barcellona e Real Madrid, il pensiero appena seguente fa capo ai grandi acquisti della storia dei due club più cool del pianeta. Ed invece…

DIEGO ARMANDO MARADONA: 1984, DAL BARCELLONA AL NAPOLI PER 13 MILIARDI DI LIRE – Un’enormità allora, il colpo per antonomasia nella storia del calcio, il piccolo Napoli che acquista il miglior calciatore del pianeta per iscriversi nella storia di questo meraviglioso sport. Un acquisto voluto ad ogni costo, tanto che la transazione fu firmata quando ancora mancava la liquidità per assicurarla: lo storico presidente Corrado Ferlaino trovò poi il modo per accontentare tutti. Il resto è storia.

MICHAEL LAUDRUP: 1994, DAL BARCELLONA AL REAL MADRID PER 18 MILIARDI DI LIRE – Cinque anni in blaugrana dove si è aggiudicato quattro titoli di Liga consecutivi e la storica prima Coppa dei Campioni del club nel 1991, poi il clamoroso passaggio ai rivali del Real Madrid: chi vinse? Ancora lui, spodestando il dominio dell’ex Barcellona e riportando la Liga a Madrid. Un tantino sottovalutato vero?

HRISTO STOICHKOV: 1995, DAL BARCELLONA AL PARMA PER 21 MILIARDI DI LIRE – Un anno prima Pallone d’Oro, il suo genio era amato proprio da Johan Cruijff, che lo volle a tutti i costi al Barcellona salvo poi lasciarlo andare – per un solo anno – in Italia al Parma. Sì, Parma: altri tempi vero? E non un Parma qualunque, ma piuttosto capace di acquistare uno dei calciatori al momento più validi del pianeta. Oggi è Serie D ed anche questo è il calcio.

RONALDO DA LIMA: 1997, DAL BARCELLONA ALL’INTER PER 48 MILIARDI DI LIRE – Il Barcellona sceglie ancora una volta di lasciar andare quello che è a tutti gli effetti il miglior calciatore al mondo: nell’estate del ’97 si parla soltanto di Ronaldo – si aggiudicherà il suo primo Pallone d’oro di lì a qualche mese – ma i catalani cedono alla corte serrata del presidente nerazzurro Massimo Moratti. Quella tra l’Inter ed il Fenomeno sarà la storia d’amore forse più maledetta di sempre.

CLARENCE SEEDORF: 1999, DAL REAL MADRID ALL’INTER PER 25 MILIONI DI EURO – Il gioco dello scarica-Seedorf inizia nel 1999 con il Real Madrid per poi concretizzarsi tre anni dopo in casa Inter: scambio alla pari con Coco, forse il più comico scambio di sempre, l’olandese si trasferirà nella Milano sponda rossonera ed il resto lo ha detto la storia. Perno del centrocampo di quella che per tanti aspetti – il Milan di Ancelotti – resta una delle squadre più belle e futuristiche di sempre.

LUIS FIGO: 2000, DAL BARCELLONA AL REAL MADRID PER 62 MILIONI – El Traidor, il traditore: come dimenticare la testa di maiale gentilmente lanciatagli dai suoi ex tifosi del Barcellona due anni dopo. Sì, incomprensibile passare da una parte all’altra per un popolo che vede nella Catalogna qualcosa di lontano dal resto della Spagna. Luis Figo al Real Madrid vincerà tutto quel che c’era vincere, compreso il Pallone d’oro individuale proprio nell’anno di passaggio tra i due club.

CESC FABREGAS: 2003, DAL BARCELLONA ALL’ARSENAL, 2014 DAL BARCELLONA AL CHELSEA PER 33 MILIONI – Sì, due volte. Prima dalla gloriosa cantera blaugrana, dove fu evidentemente ritenuto non all’altezza della prima squadra e di una carriera nel posto in cui di fatto era nato. Poi il riconoscimento dell’errore e l’acquisto nel 2011 dall’Arsenal, ma evidentemente non era destino: passeranno appena tre anni e le strade di Barcellona e Fabregas si separeranno ancora, direzione Chelsea e nuovi successi in Premier League.

GERARD PIQUE’: 2004, DAL BARCELLONA AL MANCHESTER UNITED – Siamo in piena cantera ed il caso proposto è assolutamente similare alla vicenda Fabregas: il Barca non punta sul difensore di casa e lo lascia accasarsi in Inghilterra, sponda Manchester United. Che però, a differenza dell’Arsenal con Fabregas, non lo valorizzerà mai: l’errore infatti è costato al Barcellona appena 5 milioni di euro, quelli necessari per riportarlo in Catalogna ed ergerlo tra i centrali più forti ed accreditati del pianeta.

RONALDINHO GAUCHO: 2008, DAL BARCELLONA AL MILAN PER 25 MILIONI – In blaugrana aveva già lasciato il segno e l’allievo ed amico Leo Messi veniva fuori come forse nessun altro prima nella storia di questo sport: meglio cambiare aria? Non lo sapremo mai. In Italia non ha poi inciso come gli era riuscito prima ma resta comunque la sensazione di un colpo ad effetto e negli occhi degli amanti del calcio la gioia di averne potuto ammirare le gesta da vicino.

ARJEN ROBBEN E WESLEY SNEIJDER: 2009, DAL REAL MADRID A BAYERN MONACO ED INTER PER 24 E 15 MILIONI – Sì, queste due vanno citate necessariamente insieme. Perché l’estate del 2009 è quella del totale fallimento di Perez: è la stagione della caccia grossa, dentro per cifre faraoniche i vari Cristiano Ronaldo, Kakà, Xabi Alonso, Benzema, soltanto questi quattro costeranno al buon Florentino 230 milioni di euro. Per fare cassa, in uscita, ecco operazioni minori: tra le quali Robben al Bayern Monaco e Sneijder all’Inter. Il tutto con un unico obiettivo: centrare la finale di Champions League che si terrà a Madrid e vincere la tanto agognata Decima davanti al proprio pubblico. Bene, Florentino Perez si accomoderà nella tribuna d’onore del suo Bernabeu al cospetto dei suoi fallimenti: da una parte Robben, dall’altra Sneijder. Entrambi protagonisti con le nuove maglie nella finalissima tra Bayern Monaco ed Inter.

SAMUEL ETO’O: 2009, DAL BARCELLONA ALL’INTER NELL’AFFARE IBRA – Sì, avete letto bene: contropartita tecnica nell’operazione che portò Zlatan Ibrahimovic dall’Inter al Barcellona. Al fuoriserie camerunense evidentemente non andò giù: il risultato? Champions League all’Inter di Josè Mourinho, la terza della sua storia dopo un digiuno lungo 50 anni, eliminando nel percorso anche il Barcellona del poco barcelloniano Ibra. Soltanto il calcio può scrivere certe storie.

YAYA TOURE’: 2010, DAL BARCELLONA AL MANCHESTER CITY PER 30 MILIONI – Il rapporto con Guardiola per due anni tiene, l’ivoriano gioca a sprazzi ma è parte del progetto, i malcontenti (reciproci) però si accumulano passo dopo passo e nell’estate del 2010 si opta per la cessione. Il miglior centrocampista africano dei tempi recenti passa al Manchester City dove vincerà altri titoli, o meglio sarà il principale artefice del ritorno alla gloria di un club che per troppi anni era rimasto ad osservare le feste dei rivali cittadini.

ZLATAN IBRAHIMOVIC: 2010, DAL BARCELLONA AL MILAN PER 30 MILIONI – Lo avevamo anticipato: poco incline al calcio del Barcellona. Alle idee di Guardiola: lo svedese segna con regolarità ma in campo non va, non c’è intesa e sintonia con il resto della squadra e il guru Pep sceglie il più affine David Villa per la seguente stagione. Zlatan tornerà a vincere in Italia e, del suo ex allenatore, ne dirà di cotte e di crude.

MESUT OZIL: 2013, DAL REAL MADRID ALL’ARSENAL PER 46 MILIONI – Arriva Bale, mister 100 milioni: qualcuno dovrà pur fargli spazio e sul gong della sessione estiva di calciomercato si opta per la cessione del trequartista tedesco all’Arsenal di Wenger. Cristiano Ronaldo commentò senza troppi giri di parole l’operazione: “Sono infuriato per la cessione di Mesut, è il miglior numero 10 che il Real Madrid potesse avere. Conosce alla perfezione i miei movimenti, fa sempre la differenza, per me è una bruttissima notizia”. In campionato le cose non andarono bene, vero, ma sotto la guida di Carlo Ancelotti arrivò la tanto agognata Decima. Poco male.

GONZALO HIGUAIN: 2013, DAL REAL MADRID AL NAPOLI PER 40 MILIONI – Un po’ il dispendioso e già citato innesto di Gareth Bale, un po’ (tanto) l’infinito dualismo con Benzema: il Pipita ha voglia di cambiare aria per diventare protagonista, per scrivere la sua storia e non limitarsi ad esserne partecipe al cospetto di stelle più luminose ed ingombranti. A Napoli, dopo due anni difficilmente interpretabili, oggi baciano per terra dove lui passa. E’ l’uomo della differenza.

THIAGO ALCANTARA: 2013, DAL BARCELLONA AL BAYERN MONACO PER 25 MILIONI – Pep chiama, Thiago risponde: in Germania servono interpreti ideali per spiegare a quelli del Bayern Monaco il calcio di Guardiola ed in tal senso il buon Thiago sembra creato a laboratorio. I tanti infortuni continuano a spezzettare la carriera di un calciatore che per talento ed intelligenza calcistica lascia oggettivamente strabuzzare gli occhi.

ANGEL DI MARIA: 2014, DAL REAL MADRID AL PSG PER 75 MILIONI – I due grandi nomi che ballano sul mercato internazionale nell’estate del 2014 (quella post Brasile 2014) fanno capo a Luis Suarez e James Rodriguez, quest’ultimo stella indiscussa del Mondiale. Come spesso capita ultimamente – un anno prima con Neymar e Bale – il primo andrà al Barcellona, il secondo al Real Madrid: a fargli posto sarà un altro astro di Brasile 2014, quel Di Maria mancato come l’aria alla Seleccion nel corso della finale del Maracanà.

ALVARO MORATA: 2014, DAL REAL MADRID ALLA JUVENTUS PER 20 MILIONI – Con tanto di diritto di riacquisto fissato a 30 milioni per il 2016 e 35 per il 2017: vietato sbagliare insomma. Se l’operazione apparentemente ci può stare, l’evidenza dei fatti però ha detto altro: a buttare fuori il Real Madrid dalla scorsa Champions League ci ha pensato proprio il gioiello di casa, con tanto di gol all’andata e al ritorno. Così, per chiarire come non si sia trattato di una scelta tanto lungimirante. Il centravanti segnerà anche in finale, ma non basterà al cospetto degli alieni del Barcellona.

ALEXIS SANCHEZ: 2014, DAL BARCELLONA ALL’ARSENAL PER 43 MILIONI – Con Messi e nel calcio del Barcellona si è trovato alla grande, ma un anno prima è arrivato Neymar e sta per giungere Suarez. Tradotto: meglio cambiare aria. Lo preleverà l’Arsenal di Wenger, da sempre alla ricerca di quei gol necessari a dare sfogo alla sua evoluta manovra ma che troppe volte sono mancati.

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