2014

Le 10 migliori esultanze della storia

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Le esultanze più famose, più pazze e più controverse del calcio moderno

TOP 10 ESULTANZE GOL – E’ il momento migliore del gioco del calcio sin da quando gli antichi misero insieme una palla e due pali di legno, tanto semplice nella sua bellezza quanto godurioso, eccitante, liberatorio e talvolta, perchè no, sfrontato. Provocatorio, banale o mai banale. Eccentrico, modesto o memorabile: è il gesto dell’esultanza. Metti la palla in rete e corri verso l’avversario più vicino ad abbracciarlo. Oppure aspetti che sia lui a venire da te. Oppure ti inventi qualsiasi altra cosa la tua mente riesca ad immaginare in quei pochi incredibili secondi in cui capisci di essere tu l’uomo della provvidenza. Qualsiasi cosa, ma falla. 

I MIGLIORI – Alcuni calciatori sono passati alla storia non tanto per i gol segnati, quanto per ciò che ne è seguito: solo pochi di loro sono davvero finiti nell’Olimpo degli “esultatori folli”, ricordati dal mondo come i migliori esecutori di esultanze al mondo. Abbiamo provato a stilare una classifica dei migliori dieci di loro o, per meglio dire, delle loro migliori dieci esultanze. Questo è quello che abbiamo partorito… 

10. LA CAPRIOLA CARPIATA ALL’INDIETRO – I calciatori che hanno reso celebre questo gesto non sono propriamente passati alla storia per le loro doti calcistiche (ma per quelle atletiche sì, potete giurarci). Tra i primi a rendere celebre questa esultanza a dire il vero un po’ pericolosa (ma del resto se non rischi di fracassarti la spina dorsale, godi solo a metà) sono stati due africani agli inizi degli anni 2000: il congolese Lomana LuaLua ai tempi del Newcastle (immagine a seguire) e l’ex interista Oba Oba Martins, ricordato dalle parti di Milano per pochi gol, è vero, ma esultati come Dio comanda. 

9. CORRI E NON VOLTARTI – E’ forse l’esultanza più classica dopo un gol, ma anche la più sincera di tutte, quando sei talmente colmo di gioia da non trattenerti più di tanto o, come dicono dalle parti del basso Lazio, da non darti nessuna regolata. A passare alla storia come massimo esecutore di questa esultanza tutta cuore e voce, un giovanissimo Marco Tardelli nella finale Mondiale del 1982. Forse l’esultanza per eccellenza, non molto complicata, ma chi se ne frega. No? 

8. WHY ALWAYS ME? – Diciamocela tutta: per quanto il personaggio sia parecchio discutibile e controverso, quel giorno ebbe un gran colpo di genio. Mario Balotelli non veniva da un buon periodo: chi lo accusava di aver dato fuoco a una tenda, chi lo accusava di lanciare freccette ai bambini, chi lo accusava di frequentare un po’ troppe ragazze, di quelle che ogni tanto aspettano il pullman in auostrada, tanto per capirci… Quel 23 ottobre del 2011, nel derby contro lo United, l’allora attaccante del Manchester City chiese al mondo: «Ma perchè sempre io?» (con tanto di maglietta che divenne il regalo di Natale preferito dagli spacciatori di quartiere). Non lo sappiamo Mario, ma te ne siamo tanto grati. 

7. JIMMY IL PAZZO – Jimmy Bullard poteva essere molto più di ciò che è stato, ma i tanti infortuni in carriera ne hanno compromesso un po’ il rendimento. C’è una cosa che Bullard non sarà mai stato, forse: un gran calciatore. Ma ce n’è un’altra che è sempre stato: un leader. Nel 2009, quando era all’Hull City, segnò il gol del pareggio contro il Manchester City: un anno prima l’allenatore Phil Brown aveva fatto una scenata ai suoi in mezzo al campo, perchè l’Hull giocava da cani. Bullard, arrivato nel gennaio di quell’anno, gli rispose così… 

6. ERIC THE KING – Da una sponda di Manchester all’altra. Siamo nell’anno di grazia 1996: Eric Cantona è un giocatore in netta parabola discendente. Causa maxi-squalifica scontata e qualche chilo di troppo, nessuno crede più tanto nelle sue capacità: Eric non è più il re di Manchester, insinua qualche lingua lunga che vuole saperne di calcio. Lui risponde così, come da immagini: salta mezzo Sunderland e lo mette a sedere in contropiede, fa sponda con il compagno di squadra e la mette dentro dopo un’accelerazione degna di un centometrista (alla faccia di chi dice che è grassoccio). Poi gira su sè stesso, si guarda intorno e pare chiedere a qualcuno: «Chi c*** ha parlato?». L’ultimo acuto del re, noi possiamo solo guardare. Per gli inglesi quella ancora oggi è “THE CELEBRATION”, l’esultanza. Qualche anno dopo un più modesto Mark Bresciano proverà a replicarla in formato bella statuina. 

5. SIMPLY GAZZA – Potremmo scrivere un libro intero sulle esultanze di Paul “Gazza” Gascoigne, uno dei personaggi più matti che il calcio ci abbia mai regalato dal dopoguerra ad oggi: se il pallone fosse un atto sessuale, Gascoigne sarebbe un’orgia. Ad EURO 1996, in casa, a Wembley, di fronte al resto della nazione (Regina Elisabetta inclusa) Paul segna alla Scozia e dà vita alla pazza esultanza della “dentist chair”, la sedia del dentista. Per chi non lo sapesse, così si chiama uno dei giochi preferiti dagli inglesi ubriaconcelli (di cui “Gazza” è idolo incontrastato): ti siedi in posizione quasi orizzontale e, a turno, i tuoi amici di svuotano in gola qualsiasi cosa contenga alcool. Gascoigne, che già aveva seri problemi con gli amici Jack e Daniel’s, era stato beccato settimane prima ad Hong Kong mentre si sbronzava con alcuni compagni. In quella pazza esultanza, sostituendo l’acqua della borraccia al liquore, Paul pare quasi voler esorcizzare i suoi fantasmi, gli stessi che anni dopo lo avrebbero divorato. 

4. ROBO-SCEMO – Niente da dire, in fatto di esultanza gli inglesi e l’Inghilterra hanno tantissimo da insegnarci. Anche i più scarsi, come il povero Peter Crouch, ex attaccante del Tottenham dall’altezza indefinita, qualche anno fa in nazionale decise di darsi alla pazza gioia. Come? Con una delle esultanze più idiote, ma allo stesso tempo divertenti, che il calcio demenziale ricordi: imitando il celebre robottino Marvin the Paranoid Android. Ciò che ne viene fuori è memorabile, anche se vorrete cancellarlo dalle vostre menti appena dopo averlo visto.  

3. UNA MAGLIA DA ORGASMO – «Alcuni giocatori con un miliardo ci si comprano una Ferrari, io mi ci sono comprato la maglia del Livorno». Parole e musica di Cristiano Lucarelli, livornese doc (tra alti e bassi), che quandò pronunciò quella frase, arrivando in amaranto quasi al top della propria carriera, sapeva bene ciò che diceva. Nel 2004 il Livorno torna in Serie A dopo 55 anni soprattutto grazie ai suoi gol, di cui uno memorabile contro il Piacenza, quello che in pratica vale la promozione. Lucarelli si toglie la maglia, corre verso la curva, posa a terra l’indumento solitamente utilizzato per coprire parti del corpo che altrimenti sarebbero nude e ci fa cose che a quest’ora è meglio non dire perchè ci leggono anche i bambini. Tenetevi il miliardo, io mi s*** la maglia. 

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2. SALMONE AFFUMICATO – Loro li abbiamo conosciuti meglio quest’estate in Europa League, quando hanno pescato l’Inter e ne hanno prese così tante che per un po’ forse la smetteranno di fare i fessacchiotti. Ai tempi d’oro però i giocatori dello Stjarnan partorivano esultanze memorabili, come quella celebre del salmone, pesce nordico famoso per andare controcorrente. Voi guardate cosa mai la mente umana è in grado di concepire: una delle esultanze più pazze (e famose) degli ultimissimi anni. 

1. ROBBIE IN BOTTA – Se ami la normalità, allora non puoi amare Robbie Fowler: lui con le persone normali non ha mai avuto niente a che fare, in campo e fuori. L’esultanza di cui parliamo è una delle più controverse della storia del calcio ma, a gusto personale di chi vi scrive, tra le più geniali che un uomo abbia mai partorito dalla propria mente malata. Nel 1999 Robbie è uno degli attaccanti più forti del mondo, Liverpool è ai suoi piedi per una parte, ma per l’altra (quella targata Everton), Fowler è solo un cocainomane che si crede il nuovo Maradona. Uno come lui non può farsi passare la mosca al naso: segna ai “Toffees” in un celebre derby, raggiunge la linea di fondocampo, si abbassa e… la sniffa. Provocazione allo stato puro. Per quel gesto si beccherà 60mila sterline di multa e pure quattro giornate di squalifica. Per i tifosi del Liverpool Robbie è “God”, Dio. Come lui nessuno mai. 

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