2014

Lazio, Zarate: «Si vede la mano di Reja. Lotito…»

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L’ex biancoceleste, ora al Velez, ha parlato del derby capitolino e del suo addio.

VELEZ LAZIO ZARATE – Nella pace della Villa Olimpica, il centro alle porte di Buenos Aires, Mauro Zarate torna a parlare della Lazio. Ora è al Velez, dove è sereno, sta bene fisicamente e psicologicamente e gioca con continuità. Ma l’ex attaccante biancoceleste non dimentica il derby di Roma: «Uno spettacolo. Ricordo i tifosi e un massaggiatore, Federico: mi diceva tutto il tempo “c’è il derby, c’è il derby” e mi caricava. Quando si vinceva ero felicissimo anche per lui. Non è una gara come le altre, quando non vincemmo 5 derby consecutivi fu dura. Ho vissuto anche il derby di Milano, ma a Roma è un’ altra cosa», ha dichiarato l’argentino ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

GIALLOROSSI – Zarate ha parlato poi della Roma: «I giallorossi mi hanno sorpreso, non avrei mai creduto in un campionato del genere. Le 10 vittorie consecutive sono state incredibili, ma la Juve ha ancora qualcosa in più. Totti? Sembra intramontabile, si sta gestendo molto bene. Il problema viene quando hai voglia di giocare e devi riposare».

DIVORZIO – L’attaccante è tornato sulla questione dell’addio alla Lazio: «Ho un ricordo bellissimo, il problema è stato con il presidente. Lotito ha raccontato una volta una cosa, una volta un’altra. Tornato dall’Inter volevo rimanere, in ritiro stavo bene, lui se ne era reso conto, parlandomi. Poi però ha deciso di vendermi e io gli ho detto: “Non c’è problema, ma vado dove voglio io, non dove dici tu: Turchia, Russia, Ucraina”. Lui la prese male, non so perché, ma io ho il diritto di decidere dove andare. Per 6 mesi non mi ha fatto giocare, solo 3 gare. Alla fine non sopportavo più la situazione e accettai la Dinamo Kiev, con cui trovai l’accordo in 5 minuti. Ma Lotito fece saltare tutto, chiedendo più soldi».

RINASCITA – Zarate ha poi concluso la chiacchierata parlando della rinascita della squadra con Reja: «Si vede la sua mano: ha riordinato la squadra, ora è più attenta alla difesa. Problemi? Non lo so. Di certo, quando c’ero io ce n’erano sempre. Si era data troppa importanza ad una persona che non era capace di fare il suo lavoro. A chi mi riferisco? No, meglio non dirlo. Però si sa… (e sorride)».

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