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Lazio-Torino, clean sheet e verticalità: le ragioni dell’ottimismo in casa granata
Tutto sulla prossima sfida di Serie A tra Lazio e Torino che andrà in scena alle 20:45 allo stadio Olimpico
É una sfida molto importante quella che andrà in scena all’Olimpico alle ore 20,45. E se la Lazio non può più permettersi balbettamenti di sorta visto che ha solo 4 punti in classifica, il Torino che ne ha il doppio può rinforzare la sua credibilità e andare ad avanzare di qualche posizione. Dopo il buon pareggio casalingo con l’altra squadra della capitale, quali sono i motivi di ottimismo in casa granata? Il terreno d’indagine privilegiato non può che essere ciò che scrivono i quotidiani di Urbano Cairo.
1) Il Torino può sognare. L’affermazione è esattamente il titolo del pezzo proposto dal Corriere della Sera nella sezione della città della Mole. La base per credere all’impresa è il rendimento di Sanabria e compagni quando sono in viaggio, cosa che succede da un po’ di tempo a questa parte: «A partire da marzo 2023, infatti, nessuna compagine ha vinto più trasferte e ottenuto più clean sheet fuori casa rispetto al Toro: sei successi e sei porte inviolate, al pari di Lazio e Inter. Un dato che impone a tutte le avversarie massima cautela quando ospitano il Torino, e i biancocelesti di Sarri lo sanno bene, visto che l’ultima volta finì 0-1 per una rete di Ivan Ilic, a segno con un bel sinistro da fuori con la partecipazione di un Ivan Provedel non irreprensibile in quella circostanza».
2) L’idea di Juric. Se la Lazio, a seconda dei momenti e delle prestazioni, viene definita più o meno Sarrista, la mano del tecnico granata sul Toro non è in discussione. Un’identità che su La Gazzetta dello Sport definisce così: «Ivan Juric è il tecnico verticale per antonomasia della Serie A. In questo campionato, il suo Toro è tornato ad essere lo specchio fedele di una dottrina esplosa in Italia con Gian Piero Gasperini, di cui Juric è l’allievo prediletto: un po’ giochista, un po’ risultatista. É l’evoluzione moderna di una filosofia che esalta l’affondo in verticale al massimo della velocità. Quel che conta, poi, è «trovare il modo per vincere – parola di Juric -, e molto spesso gli spunti in velocità spacca-difesa degli attaccanti sono decisivi».
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