2009
Lazio, patto Reja – Zarate
Reja ha parlato con Zarate. E’ successo martedì pomeriggio a Formello in fondo all’allenamento. Un colloquio breve, come succede quasi ogni giorno tra l’allenatore di Gorizia e i suoi giocatori. Il momento, però, era diverso. Maurito, per la prima volta negli ultimi due anni, sabato era rimasto a guardare la partita della Lazio per novanta minuti. Era accaÃ?Âduto una sola volta con Delio Rossi, nel turno preliminare di Coppa Italia con il Benevento all’Olimpico, prima che esplodesse all’esordio in campioÃ?Ânato realizzando una doppietta a CaÃ?Âgliari. Ballardini non l’aveva mai lasciato in panchina. Reja l’aveva escluso dal blocco dei tiÃ?Âtolari a Parma, aspettanÃ?Âdo il quarto d’ora della ripresa per spedirlo in campo. L’ha rimesso in panchina con la FiorenÃ?Âtina, l’avrebbe dovuto e voluto far entrare nel seÃ?Âcondo tempo, quando Rocchi e Floccari erano calati, ma il primo camÃ?Âbio è stato bruciato con l’ingresso di HitzlsperÃ?Âger al posto di Mauri, poi Brocchi e Siviglia hanno chiesto la sostituzione per motivi fisici.
COLLOQUIO – Reja ha rincuorato ZaÃ?Ârate, gli ha spiegato i motivi del manÃ?Âcato impiego con la Fiorentina, non lo ha trattato con indifferenza. S’è inforÃ?Âmato anche sui suoi sistemi di allenaÃ?Âmento e carichi di lavoro individuale. Apprezza la disponibilità al lavoro e al sacrificio dell’argentino. L’ha mesÃ?Âso in discussione, riportandolo sullo stesso piano di Floccari, Rocchi e Cruz, per stimolarlo e migliorarlo. Vuole che Zarate metta il suo talento al servizio della Lazio. Va bene il dribbling se sta puntando la porta e può creare la superiorità numerica, va meno bene se diventa un eccesso, se trascura il compagno più vicino cercando la soluzione più difficile.
Fonte: corrieredellosport.it