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2012

Lazio, Lotito: “Hernanes alla Juventus? Solo se…”

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JUVENTUS LAZIO LOTITO – Alla vigilia del big match con la Juventus, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha parlato a Tuttosport, spaziando anche sul tema calciomercato e aprendo scenari piuttosto interessanti.

Presidente Lotito, arrivate allo Stadium dopo il successo contro la Roma. Sono più i vantaggi o i rischi?
«Dell’effetto derby non temo l’euforia, bensì i riverberi della partita. Lulic e Mauri, senza nulla togliere a chi li sostituirà, sono perdite importanti. Petkovic dovrà riassettare la squadra».

Conte non è messo meglio: dovrà rinunciare a Pirlo. Avrebbe firmato a inizio stagione per affrontare la Juventus senza di lui?
«La Juve è forte indipendentemente da Pirlo… Non so se peserà più l’assenza di Mauri o di Pirlo. Parliamo di due squadre che si fondano sul collettivo e grazie al collettivo valorizzano i singoli».

La Lazio non vince a Torino da 10 anni e Lotito insegue ancora il primo successo in casa della Juventus.
«Andiamo a Torino con la consapevolezza di affrontare una squadra importante, ma allo stesso tempo siamo convinti di potercela giocare alla pari e di poter mettere in campo tutte le nostre potenzialità».

Lo scorso la delusione arrivò nel finale: pennellata di Del Piero e 2-1 per la Juve. Adesso Alex è in Australia…
«Un anno fa fummo penalizzati noi dagli eventi imponderabili, speriamo che stavolta succeda il contrario».

A una Juventus distratta dal match di Champions col Chelsea ci crede?
«Assolutamente no. E comunque loro in Europa avranno il Chelsea, ma noi affrontiamo il Tottenham».

La punizione che la Juventus ha inflitto a Pogba ricorda un po’ il “metodo Lotito”.

«Guardo ai miei, di problemi. Sicuramente è giusto che in una grande famiglia ci siano delle regole e che queste vengano rispettate da tutti: quando salta il meccanismo degli equilibri tra diritti e doveri è giusto intervenire. A casa mia funziona così».

Sorpreso di vedere il “suo” Lichtsteiner in difficoltà?
«Ripeto: non posso preoccuparmi degli affari della Juve».

I dirigenti bianconeri cercano un rinforzo a sinistra: se le chiedono di approfondire i discorsi su Lulic?
«Gli rispondo che non è in vendita e lo stesso vale per Hernanes. Però…».

Però…
«Il mio modo di lavorare lo conoscete: io non ho mai messo nessun giocatore in vendita, ma se poi arriva una proposta indecente posso pure pensarci… Ma siamo a novembre e se non sbaglio il mercato riprende a gennaio».

Rispetto ad aprile domani ci sarà Klose. Lo sa che nel 2008, la precedente dirigenza della Juve, scartò il tedesco ritenendolo sul viale del tramonto.
«Non lo sapevo: meglio così. Posso invece garantirvi che quando lo abbiamo puntato noi la Juve non c’era tra i concorrenti».

Juve-Lazio per Huntelaar?

«Del mercato ne parliamo  a gennaio. Sono tanti i calciatori che ci interessano».

Da appassionato di storia, in Petkovic rivede qualche personaggio del passato?
«I paragoni non mi piacciono e non sono mai veritieri. A maggior ragione con Petkovic».

In che senso?
«Perché parliamo di un professionista che nel calcio a pochi precedenti. Abbina la carica umanitaria, frutto della lunga esperienza alla Caritas, al suo essere poliglotta: parla sette lingue e con i giocatori si confronta nel loro idioma. Non è un vantaggio da poco».

C’è dell’altro?
«Sì. Petkovic ha portato una cultura tecnologica e ha un carattere molto forte. Vuole arrivare, dimostrando che si può riuscire con mezzi propri e senza ausili esterni».

E’ il migliore allenatore della sua gestione?
«Ogni tecnico è il migliore per il momento in cui viene scelto. Sicuramente tra noi c’è grande sintonia culturale».

Un pensierino a Nesta part time durante la pausa del campionato Usa?
«A noi servono giocatori, non vecchie glorie… Nesta è un pezzo glorioso della storia ma non può esserlo del futuro».

Allo Stadium incrocerà Nedved, altro gioiello della storia laziale, ora dirigente della Juve: qualcuno lo avrebbe visto pure nel management biancoceleste.
«Un attimo: Nedved da giocatore è passato dalla Lazio alla Juventus e inseguito è diventato pure dirigente dei bianconeri. Senza nulla togliere a Pavel, grande atleta e uomo, se dovessimo preservare tutti i calciatori dovremmo mettere su una colonia».

Ad Agnelli invidia il “Liceo Juve”?
«L’accademia è prevista pure nel piano di ristrutturazione di Formello. E non dimentichiamoche la Lazio ha una radio sua. E anche la televisione è partita forte». 

Con Agnelli c’è molto feeling sul tema delle riforme del calcio italiano.
«E’ parecchio attivo, ma lo sapete chi è stato il precursore. Con Andrea c’è un rapporto amicale, apprezzo le sue idee e la sua creatività. Insieme ad altri vogliamo cambiare il sistema, che di questo passo è destinato ad esplodere. I punti sono tanti,però la priorità è riformare i campionati riportando la serie A a 18 squadre».