2014

Lazio, Lotito: «Cragnotti? Modello superato. Non cedo: voglio lo scudetto»

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Il presidente biancoceleste ha parlato della contestazione dei tifosi, rispondendo alle loro domande.

LAZIO LOTITO – Torna a parlare Claudio Lotito e lo fa nel mezzo di una durissima contestazione. Il presidente della Lazio, contro cui i tifosi biancocelesti stanno protestando, ha deciso di rispondere ad alcune loro domande, attraverso le colonne de “La Gazzetta dello Sport”: «I tifosi si muovono su piani diversi, emotivi, passionali, vorrebbero sempre vincere, creano gli idoli e i soggetti colpevoli di domenica in domenica, secondo i risultati della squadra. Il presidente deve partecipare con i tifosi alle gioie ed ai dolori della squadra, ma deve anche mantenere la lucidità e la serenità per non farsi prendere né dall’euforia né dalla depressione. La Lazio è una società per azioni, con le incombenze, le necessità, i vincoli di una spa; per di più è società quotata in Borsa, per cui i vincoli e gli adempimenti alle normative sono raddoppiati. A volte questi adempimenti impongono scelte, sacrifici, rinunce, che i tifosi non comprendono, limitandosi a vederne gli effetti, e, se sono negativi, a protestare».

PASSIONE E LUCIDITA’ – Lotito ha spiegato le difficoltà del suo ruolo: «La mia forza è data da vari fattori: l’amore che ho sempre avuto per questi colori; la passione dei tifosi che nel corso della storia pluricentenaria del club si sono sacrificati per seguirla; la scommessa nella quale mi sono buttato nel 2004, allorché ho sfidato la situazione di allora e mi sono ripromesso di non far fare alla Lazio la fine del Napoli, fallito, della Fiorentina, fallita, e di tanti altri club. Certo mi si dice che è un risultato di gestione societaria e non sportivo, ed hanno ragione; ma intanto qualche risultato sportivo è arrivato anche in questi anni, ed altri ne arriveranno, perché il mio obiettivo è la vittoria dello scudetto, ma senza poi fallire. Cragnotti? La Lazio ha la sua storia e Cragnotti ne fa parte: ha dato a questa società gioie e dolori. Ma Cragnotti è il passato, un passato che ha visto i tifosi versare in 2 anni centinaia di milioni di euro per salvare la Lazio, anche se poi la situazione è precipitata quasi fino al fallimento».

ERRORI – Il patron biancoceleste si è assunto poi la colpa per alcuni errori: «Non ho mai deciso nulla da solo e mi sono sempre fidato delle valutazioni dei miei collaboratori. Se qualche scelta è stata sbagliata, e ve ne sono state, la colpa è mia, perché sono io che ho firmato il contratto. Ma, come si dice, “sbagliando si impara”. Quest’anno tutto è andato storto. La Roma è partita più forte di noi ed è davanti a noi; pazienza, ci rifaremo l’anno prossimo. Nei miei programmi non rientra la vendita della Lazio, inoltre il mio progetto iniziale non è stato ancora realizzato e voglio realizzarlo. La mia aspirazione è di offrire ai tifosi lo scudetto di Lotito».

PROGETTI – Lotito ha parlato poi della necessità di apportare cambiamenti per far risollevare il calcio italiano: «Nel calcio italiano v’è la necessità di generare profitti con idee nuove, così da poter essere di nuovo competitivi in Europa. Per far fronte ad ingaggi oggi divenuti stratosferici i club, con il fair play finanziario, devono dotarsi di ricavi nuovi, non essendo sufficienti quelli dei diritti tv. Ed allora è necessario parlare di stadio, di strumenti che servono a consentire che intorno alla società di calcio si muova la vita quotidiana dei suoi tifosi. Il progetto dello stadio non è un affare di Claudio Lotito, ma un affare della Lazio, ed i tifosi devono appoggiarlo perché quello stadio diventerà la loro casa. Per avere un rapporto di osmosi coi tifosi la Lazio ha creato una radio, una tv, un giornale. Potenzieremo questi mezzi di comunicazione per avvicinare la società ai tifosi, ma invitiamo costoro a dialogare più intensamente con la società attraverso questi mezzi di comunicazione».

CONTESTAZIONE – Lotito ha concluso poi parlando della contestazione: «Il rapporto tra la tifoseria e la mia persona non è dei migliori: a me non fa piacere sentirmi insultare o minacciare per 90 minuti allo stadio, come non mi fa piacere vedere giocare i ragazzi in questo clima. I tifosi non avvertono con esattezza le conseguenze di una tale situazione: se vogliono un cambiamento nel rapporto tra me e loro, devono rispettare il presidente della Lazio, come io rispetto loro. Ci si deve rendere conto che la Lazio ha bisogno di una guida e che non può essere lasciata in mano di chi non si sa: sono pronto a ricevere consigli, ma sono anche a difendere la Lazio dagli attacchi di chi pensa che il vuoto o il caos sia il clima migliore per impadronirsi della società. Ora rimane l’Europa League, e mi auguro che i tifosi siano vicini alla squadra per sostenerla con l’affetto che si meritano i ragazzi e per accompagnarla verso il traguardo sperato».

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