LAZIO LOTITO TIFOSI – Claudio Lotito si è unito al coro dei dirigenti del massimo campionato, che si sono definiti vittime o ostaggi dei propri stessi tifosi, i quali possono scatenare anche la squalifica del proprio campo con determinati cori o atteggiamenti. Il presidente della Lazio, intervistato per l’edizione odierna di Repubblica, ha fatto capire che l’evoluzione della società è alla base di questo cambiamento radicale nella vita di curva.

SIAMO OSTAGGI – «Siamo club sotto ricatto, ostaggi – ha esordito Lotito – . Se abbiamo delle responsabilità? Ma che scherziamo? Che colpa abbiamo noi? Io ho combattuto una guerra senza quartiere a certa gente. E allo stadio mi fischiano ancora oggi. Il problema è molto più grande, e va capito. È in primis una questione antropologica. Prima nella società c’erano i punti di riferimento. C’era la sinergia tra famiglia e scuola, c’era l’oratorio, c’erano i partiti. Oggi tutto questo non c’è più. Ci sono solo giovani psicologicamente fragili. Che si rafforzano nella più banale logica del branco. È attraverso il branco che questi ragazzini, che poi sono tutti tra i 14 e 18 anni quelli che fanno certe cose, si costruiscono un’identità. E lo stadio è il luogo dove si compiono i riti del branco.»