2015

Lazio, Klose: «Non sono ancora finito»

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L’attaccante tedesco si confessa a So Foot: «Nazionale? Non tornerò indietro»

«Quando i giocatori di 17-18 anni si allenano con i professionisti o viaggiano con loro, dormono nei migliori alberghi, mangiano il cibo più delizioso, sono trasportati in autobus, in treno o in aereo. E tutto va liscio. Devono saper tenere i piedi per terra ed essere responsabili e non tutti lo sono nè riescono a farlo». Parole da leader e da campione, quelle rilasciate da Miroslav Klose, attaccante della Lazio, ai microfoni di ‘So Foot’. Il centravanti tedesco, entrato la scorsa estate nella storia dei Mondiali, ha analizzato il motivo della sempre più frequente difficoltà nel trovare giovani di talento.

FUTURO LONTANO – A trentasei anni suonati, Klose si rifiuta di pensare all’addio al calcio giocato: «Quando non voglio più giocare a calcio mi prenderò il tempo per bere una birra o del vino e ripenserò a tutti i momenti che ho vissuto. Ma io non sono ancora finito. Soltanto in Nazionale non alleno più il mio vecchio cadavere».

LA SCELTA – Una decisione, quella di dare l’addio alla nazionale, maturata subito dopo la vittoria in Brasile: «Ero in vacanza in Sardegna e ho preso una barca per andare a pesca – rivela -. Ero quasi da solo, c’era solo il conducente della barca. Mi sono seduto e ho iniziato a rivangare i ricordi. Il numero di partite: 137 in totale. E 1+3+7, fa 11. Questo è il mio numero. Mi sono detto: ‘va bene, è un grande momento per smettere’ (ride). L’allenatore l’ha sentito bene così quando l’ho incontrato per dirgli della mia scelta. Sa che io resterò sulla mia decisione. Non sono mai tornato sulle mie parole».

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