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Lazio-Inter: 3 cose che non hai notato
Tre curiosità sulla sfida Lazio-Inter, partita valida per la 16esima giornata del campionato di calcio di Serie A 2024/2025
Sei gol non sono propriamente una situazione ricorrente da vedere, a maggior ragione in una partita tra due squadra pari in classifica e dopo che per mezzora sono gli sconfitti ad avere fatto la partita e a essersi comportati meglio. Ma l’Inter all’Olimpico ha chiarito una volta per tutte le sue intenzioni sul torneo, che la vede momentaneamente terzo ma con una gara da recuperare. Ecco tre episodi della gara.
- La reattività. Anche nella prima fase di gara, dove la Lazio è riuscita a occupare meglio il campo e a tenere quantomeno bassi gli avversari. Ma è proprio in questi momenti che si percepisce la forza dei nerazzurri, che sono bravissimi ad entrare in partita nelle migliori condizioni attraverso la reattività: sulle respinte, sulle situazioni un po’ sporche, sulle palle contese iniziano a vincere i duelli e acquisiscono forza. Non è un caso che un giocatore esperto come Pedro lo abbia capito in fretta e sia andato d’impeto a provare a fermare Barella al limite dell’area, causando una punizione che è stata l’unica volta che si è visto un interista disperarsi un po’, quando Calhanoglu ha trovato la barriera sulla traiettoria disegnata (secondo lui) bene.
- Tra un gol e l’altro. La partita è stata decisa dall’uno-due al termine del primo tempo, quando tra il rigore trasformato da Calhanoglu e il raddoppio di Dimarco sono trascorsi solo 4 minuti. A sottolineare l’assoluta spietatezza della formazione di Inzaghi c’è esattamente quel che è presente in mezzo: non la reazione della Lazio, ma una chiusura provvidenziale di Nuno Tavares su Dumfries, che non è riuscito ad arrivare con la giusta tempestività al tiro per la leggera debolezza dell’assist di Lautaro. Ma il quadro era già disegnato, la Lazio si capiva che era stordita e l’Inter aveva pronto il pugno del ko.
- Lucio Battisti. I tifosi della Lazio, quando già c’erano proporzioni da goleada, si sono messi a cantare e tifare anche più forte di prima. Fa emozione sentire Battisti così forte e potente, ancor più in funzione di orgoglio e consolazione per esorcizzare e curare una disfatta.