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Lazio Fabiani: «L’addio di Sarri ci ha spiazzato; avanti tutta con Tudor, il modello è il Bayer»
Le parole di Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio, sull’addio di Sarri e la scelta di Igor Tudor
Intervenuto ai microfoni di Radiosei, il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani, ha toccato diversi temi: dalla stagione, alla situazione di Luis Alberto. Di seguito le sue parole.
DIMISSIONI DI SARRI– «L’addio di Sarri ci ha spiazzati, Maurizio è una persona straordinaria e ha avuto problemi familiari, quando certe cose ti toccano da vicino fare il proprio lavoro non è facile. Lui con grande rispetto per la Lazio e grande umanità mi ha detto che non avrebbe potuto dare tutto quello che volevano. Lo ringrazio perché non so in quanti lo avrebbero fatto, facendo un passo indietro e rinunciando a un anno di stipendio. Lotito ha voluto comunque onorare il contratto fino a fine stagione ».
TUDOR – «Sono in rapporti ottimi con Tudor, così come con tutti i tecnici nella mia carriera. È stata una scelta condivisa con il presidente, seguito anche quando era al Verona. Quando si fa scouting si seguono anche i calciatori. La tegola di Maurizio non ci consentiva di non prendere un allenatore con un contratto pluriennale. Oggi in vista del futuro si va verso scelte differenti in vista del mercato con profili differenti. Sento dire che Tudor a fine anno potrebbe andar via. Lui ha un altro anno di contratto e con lui progetteremo il futuro. Aggiungo che i cicli si aprono e chiudono, quello precedente si è chiuso con Sarri, ora se ne sta aprendo un altro con giovani calciatori che hanno esperienze internazionali e nel mio calcio non è ammesso prendere giocatori Over-30, a meno di grandi occasioni. Vogliamo costruire una squadra di ragazzi giovani, importanti e che possano dare un futuro alla Lazio. Io prendo come modello il Feyenoord, ma guardate anche il Leverkusen. La Lazio deve fare esattamente questo».
GRANDE ACQUISTO – «Io non voglio illudere nessuno. Se si presenterà una circostanza del genere non ce la faremo sfuggire, non siamo idioti. Se c’è un giocatore importante, di nome, anche se quello conta meno della grinta e della passione che si mettono, non ce lo faremo sfuggire. Lotito in mezzo nelle scelte di mercato? Sfatiamo questo mito, io sono dieci anni che lavoro con lui e non si è mai intromesso. È troppo facile dar la colpa a lui, la responsabilità al 90% e del direttore sportivo e di chi lavora nella sua società».
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