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Lazio Fabiani: «A chi fa il bene della squadra do il cuore, con chi se ne approfitta chiusura totale»
Le parole di Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio, sul nuovo ciclo biancoceleste che inizierà quest’estate
Il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel. Di seguito le sue dichiarazioni:
LUIS ALBERTO– «Stiamo valutando proprio in queste ore, la percentuale che lasci la Lazio è molto alta. Il ragazzo ha questa intenzione, cercheremo di accontentarlo. Chi sta alla Lazio ci deve stare con fede, con passione. Io col Sassuolo ha rischiato l’infarto, avevo paura di lasciare i tifosi senza la qualificazione in Europa League. Vorrei dieci Rovella, che quando era fuori per infortunio ha detto che gli era mancata tanto la maglia della Lazio ».
TUDOR– «Tudor oggi è il nostro allenatore. Non bisogna prendere delle parole e decontestualizzarle. Io non ci vado dietro a queste parole. Se io metto un premio per raggiungere un obiettivo è perché voglio arrivarci. C’è qualcuno che si diverte a seminare zizzania »
FUTURO– «Guendouzi è un giocatore della Lazio, rimane alla Lazio. Quando abbiamo preso Tudor lo sapeva perfettamente che sarebbe rimasto Guendouzi. Con l’addio di Sarri ci siamo trovati di fronte alla scelta di dover prendere un traghettatore o di scegliere un nuovo allenatore. Bisogna fidarsi delle persone che lavorano. Io non sono incollato alla persona. Adesso sento che c’è un esodo di massa, non è assolutamente vero. Poi se dovessero arrivare delle offerte le prenderemo in considerazione. Tudor quando è arrivato sapeva perfettamente chi fossero i giocatori, ha dato il suo ok. L’Europa era il mimino che potessimo fare per i tifosi. Io guardo sempre avanti e non indietro, però se facciamo il paragone con il Napoli, ogni anno è evidente che ci sia una storia a sé ».
NUOVO CICLO– «È finito il tempo delle vacche grasse. In una società di calcio ci si deve stare come si deve. Alcune questioni vanno trattate con la massima riservatezza, e qui c’è molto da lavorare. Ce la metterò tutta, tirerò fuori questo male perché la società, la tifoseria devono essere al centro del progetto, non mi stancherò mai di dirlo. Posso sbagliare, soltanto chi lavora è soggetto ad errori, ma tutto mi si può dire meno che non sono attaccato al progetto e, soprattutto, che espongo tifosi e società a figure barbine e faccio sì che soggetti si possano prendere gioco di tutte le persone e componenti che ruotano attorno alla Lazio (…) Con me è un ciclo basato sull’onestà, non sono una persona ricattabile. A coloro che fanno il bene della Lazio, do il cuore. Ma se vedo che tutto questo significa volersi approfittare della Lazio, divento una bestia e con me c’è chiusura totale ».
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