2015

Lazio, disastro difesa: ma non è solo De Vrij dipendenza

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Lazio irriconoscibile rispetto ad un anno fa: i fattori e da dove può ripartire

Tra le sorprese negative dell’attuale edizione della Serie A un posto d’onore va giocoforza alla Lazio: il terzo posto in campionato ottenuto appena qualche mese fa sembra un lontano ricordo, con i biancocelesti che ora si ritrovano a metà classifica nel limbo di un torneo che per la Lazio di Pioli rischia di concretizzarsi in una stagione mediocre.

DEFICIT DIFESA – Prima di tutto i numeri: la Lazio ha subìto ben 26 reti in 17 gare di Serie A, alla media di 1.53 gol a partita, peggio della banda Pioli hanno fatto solo le tre ultime forze della classifica e dunque Verona (27), Carpi (33) e Frosinone (34). Un andamento che non può essere giustificabile neanche dal gravissimo infortunio occorso al leader difensivo Stefan De Vrij: l’inattesa assenza del centrale olandese per l’intero arco della stagione ha certamente inciso nell’economia biancoceleste – è bastata un’annata del resto per far comprendere al calcio italiano l’assoluto livello di questo difensore che peraltro aveva già brillato in Brasile con la maglia della sua Olanda – ma a determinati livelli non si può dipendere con questa incidenza da un unico calciatore.

FATTORI – La verità è dunque da ricercare anche altrove: ha evidentemente pesato l’eliminazione subita al playoff di Champions League dal Bayer Leverkusen. Non tanto sul palcoscenico europeo, lì dove la Lazio è stata subito in grado di ritrovare le necessarie motivazioni e condurre in porto un girone eliminatorio di Europa League assolutamente brillante. Non è andata così però in Italia, dove la frustrazione per un traguardo festeggiato appena tre mesi prima e poi svanito sul più bello ha avuto la meglio. Il resto lo ha fatto il gioco e paradossalmente pesa in maniera ancora maggiore l’infortunio di De Vrij: la Lazio di Pioli ha sempre impostato la sua azione con qualità dalle primissime battute, passando dall’asse De Vrij-Biglia per poi sfogare sulle corsie laterali con la rapidità di Felipe Anderson e Candreva.

DA DOVE SI RIPARTE – Venuto meno il centrale olandese ed a tratti il regista argentino ecco come la fluidità della proposta biancoceleste ne ha risentito: meno palloni giocabili per Anderson e Candreva, che comunque sono assolutamente in linea con le statistiche di un anno fa. Undici le reti complessive firmate da entrambi, quando ora non siamo ancora a metà stagione i gol di entrambi sono cinque: in soldoni, il problema non è qui. Il presidente Claudio Lotito ed i vertici dirigenziali fondamentalmente rappresentati da Igli Tare ben faranno ad accaparrarsi dall’imminente finestra invernale di calciomercato un difensore centrale di spessore, innanzitutto, poi – se l’obiettivo è quello di elevare il tenore della stagione biancoceleste e sopravvivere sul doppio fronte – un regista che possa diminuire il tasso di dipendenza da Biglia. Per il centravanti la sensazione forte è che se ne riparlerà in estate quando il fenomeno Klose lascerà la sua casella libera per raggiunti limiti di età. Ad oggi si riparte dal carico emozionale scaturito dalla vittoria sul campo della capolista Inter.

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