2016

Lazio, Brocchi: «So di essere stimato»

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Continua: «Mi piacerebbe fare un’esperienza del genere»

Lunga intervista quella rilasciata dal tecnico della Primavera del Milan Cristian Brocchi ai microfoni di Radiosei. L’ex centrocampista è stato accostato a più riprese alla panchina della Lazio ed ecco Brocchi a fare chiarezza: «Come allenatore non sono un sergente, mi piace avere un rapporto con i giocatori, cercare di fargli capire quali sono le mie richieste e le mie idee. Amo allenare, è il terzo anno che lo faccio ormai, mi sento calato al 100% in questa veste. Lo trovo gratificante. Certo vivo la partita diversamente rispetto a quando ero giocatore. Ho iniziato a giocare a pallone quando avevo 9 anni nel Milan. Questo è il ventesimo anno con i rossoneri. Mi sento parte di questa famiglia nonostante abbia avuto dei periodi in cui non ho giocato a Milano. Ricordi? Quando sono arrivato alla Lazio il mio obiettivo era quello di far bene e di conquistare una piazza non facile. Ho avuto molto dai tifosi laziali. Mi ci sono legato in maniera forte, non pensavo di trovare un’altra famiglia come quella del Milan che mi potesse entrare nell’animo così tanto. Anche con la società ho sempre avuto un buon rapporto, nonostante le difficoltà che ha con il popolo biancoceleste. Ho sempre scisso le due cose: non vuole dire che per piacere ai tifosi devi andare contro la società. Bisogna dimostrare nell’essere un professionista quello che in realtà sei».

CONTINUA BROCCHI – Riporta Lazionews24.com: «Vicino alla Lazio? Mi ci sono solo avvicinato mediaticamente. So benissimo che loro mi stanno seguendo e so di essere stimato. Sanno che mi piacerebbe fare un’esperienza del genere, però non c’è stato altro. Credo che la Lazio possa giocarsela con il Milan per un posto in Europa, le partite sono tante e possono ancora dire la loro. E’ stato un anno particolare: la scorsa stagione i biancocelesti hanno sciorinato il miglior calcio in Italia. Quest’anno non c’è continuità per vari fattori, però possono ancora fare bene. Stile di gioco? Per mentalità cerco di proporre un calcio offensivo. Quando giocavo e la squadra si faceva trovare sotto la linea della palla soffrivo. Da allenatore voglio sempre che la mia squadra abbia il comando del gioco. Mi piace poter trasmettere la capacità ai miei giocatori di uscire da situazioni complicate che si presentano nel corso della gara».

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