2020

Lazio, Acerbi: «Prima non avevo la testa da professionista»

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Francesco Acerbi si racconta a 360°. Dal Milan al cancro, fino alla svolta: ecco le parole del difensore della Lazio

Francesco Acerbi, difensore della Lazio, ha concesso una lunga intervista a L’Ultimo Uomo. Ecco le parole del biancoceleste sul suo passato.

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PASSATO – «Io giocavo per mio padre. Ci teneva molto, forse troppo. Sicuramente più di me. Forse a volte puntava talmente tanto su di me che volendo farmi bene arrivava a farmi male. A farmi perdere la passione. Fatto sta che una volta che lui non c’è più stato io non avevo nessuno per cui giocare. Di certo non per me. Non avevo la testa da professionista. Non avevo rispetto per me, non avevo rispetto per il mio lavoro, non avevo rispetto per chi mi pagava. Spesso arrivavo al campo alticcio, senza aver recuperato dai superalcolici della sera prima. Mi andava bene perché fisicamente sono sempre stato forte. Mi bastava dormire qualche ora e poi in campo rendevo comunque. Le serate non sono sbagliate a prescindere, il problema è che allora io esageravo».

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