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Lautaro: «Vi spiego la DIFFERENZA tra INZAGHI e CONTE. TAREMI è un grande attaccante, ha una caratteristica di ARNAUTOVIC. Io sono sullo stesso livello di MBAPPÉ? Vi dico che…»
Lautaro Martinez, attaccante dell’Inter, ha parlato a La Gazzetta dello Sport tra rinnovo e futuro
A La Gazzetta dello Sport Lautaro è andato in visita e ha rilasciato un’intervista. Oltre a dichiarare la sua disponibilità a firmare il rinnovo, ecco altri pareri sull’Inter e altro.
I MERITI DI INZAGHI – «Ci lascia giocare liberi e allenare con felicità. Ci divertiamo, e non solo perché adesso si vince. In questi tre anni è cresciuto anche lui assieme a noi, nella tecnica, nella tattica, nel modo con cui parla alla squadra. Abbiamo fatto un salto tutti insieme. È una persona tranquilla ma, quando si arrabbia, si arrabbia sul serio… Quando lo chiamiamo “demone” per scherzare, lui si gira e ride…».
CON CONTE MENO LIBERTA‘ – «Certo, ma io devo tantissimo anche a lui perché ci ha portato una mentalità vincente. La differenza tra loro dimostra che nel calcio si può centrare il bersaglio in modo diverso».
ZHANG – «Ci è sempre stato vicino: anche se quest’anno non era con noi a volte bastava una videochiamata per sentirlo comunque qui. È un grandissimo presidente e non sappiamo che cosa accadrà perché è tutto sopra le nostre teste. Siamo anche noi tranquilli e in attesa».
OLIMPIADI CON L’ARGENTINA PREOCCUPANO I TIFOSI – «E anche mia moglie, ha paura per le vacanze. A me piacerebbe ma non ho ricevuto nessuna chiamata e, nel caso, dovrei discuterne con l’Inter. Purtroppo, il calendario è compresso e giochiamo troppo: in queste condizioni, serve ruotare i giocatori sempre di più. Io non amo stare fuori, ma la seconda stella l’abbiamo raggiunta anche con i cambi».
TAREMI – «Lo abbiamo affrontato e ho visto tante sue partite. È un grande attaccante, molto tecnico e con un altro modo di giocare. Ci darà una grande mano: penso possa essere un nuovo Arnautovic per la capacità di far salire la squadra».
SUL LIVELLO DI MBAPPÉ E HAALAND – «Sì, non ho nulla da invidiare, lo dicono i numeri e i trofei: ci sono campioni che hanno vinto meno di me. Devo continuare a lavorare con responsabilità, come mi ha insegnato mio padre, ma posso sedermi allo stesso tavolo di questi grandi».