2014

Latina, Bruno: «Vi spiego il perchè del nostro momento negativo»

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L’esperto centrocampista: «Contro il Carpi saremo molto determinati»

Messaggi forti e diretti per il Latina. A parlare è Alessandro Bruno, mentronomo del centrocampo nerazzurro, che in esclusiva per Calcionews24.com ci illustra i problemi ma anche la rabbia della squadra, che vuole rialzare la testa già sabato con il Carpi. Da matricola a suadra da battere, da Beretta a Breda per tornare nella parte alta delle classifica.

Alessandro, tra questo avvio di campionato e quello dell’anno passato ci sono delle similitudini. Una classifica deficitaria, il cambio di allenatore con Breda, ti sai dare una spiegazione?
«Noi sapevamo che quest’anno sarebbe stato un campionato diverso per un motivo fondamentale: mentre prima eravamo la matricola ora siamo quasi la squadra da battere anche per la campagna acquisti fatta dalla società. E’ normale che adesso che ci temono di più, dobbiamo essere bravi noi a ricompattarci e dare quel qualcosa in più. Abbiamo tutte le qualità per farlo perchè la squadra è composta da giocatori veri e persone serie. Sicuramente a breve vedremo un Latina che farà vedere le proprie qualità, ve lo posso assicurare».

Nella vostra tifoseria le aspettative sono aumentate, sabato scorso vi hanno chiamato sotto la curva per un chiarimento. Credi che sia giusto?
«E’ normale crearsi delle aspettative dopo l’ottimo campionato scorso. Noi siamo giocatori professionisti e dobbiamo convivere con queste cose, stiamo analizzando le cose che non stanno andando nel verso giusto. A volte è mancato un pizzico di fortuna, potevamo gestire un pò meglio la situazione. Dobbiamo anche considerare il fatto che molti giocatori importanti sono andati via, ci vuole tempo. Noi ci stiamo impegnando tanto e cercheremo di invertire la rotta già da sabato prossimo con il Carpi».

La formazione di mister Castori è partita molto forte. Cosa temete della partita di sabato?
«Ho visto alcune immagini del Carpi ed è una squadra che corre tanto e in B questo fa la differenza. Le squadre che sono in vetta lo devono anche al fatto che giocano da tanti anni insieme. L’Avellino ha un blocco notevole, cosi come il Frosinone. Sono squadre consolidate e danno quel qualcosa in più con la corsa e l’atteggiamento grintoso. Noi siamo indietro, dobbiamo cambiare atteggiamento. Come ho detto prima, adesso tutti aspettano il Latina e noi dobbiamo essere bravi a gestire questa pressione».

Siamo solo all’inizio è vero, ma nello spogliatoio vi da fastidio vedere il Frosinone cosi in alto?
«Ma no, a noi danno fastidio tutte le formazioni che sono davanti a noi in classifica. Non è perchè c’è una rivalità particolare, è normale che vogliamo regalare la vittoria del derby ai nostri tifosi».

Hai nominato spesso Perugia, Avellino e Frosinone: le vedi come candidate alla zona play-off? Per la promozione diretta invece?
«Dico Catania, ha un organico importante. Pescara e Livorno hanno squadre forti e usciranno alla distanza».

Facciamo un passo indietro: con Beretta cosa non è andato?
«I risultati, il calcio italiano vive su quelli. Quando non arrivano il primo a pagare è l’allenatore. Non siamo stati fortunati con lui, abbiamo preso spesso gol negli utlimi minuti mentre eravamo in vantaggio come a Livorno e a Terni. Con quei quattro punti più parlavamo di altro. Ora mettiamoci tutto alle spalle e riprendiamoci quello che è nostro».

Quali sono, ad oggi, gli obiettivi del Latina?
«Fare più punti possibili, questo ci ha chiesto la società. Vediamo a fine campionato dove saremo arrivati, ricordando che mancano ancora tantissime giornate».

Sei al tuo secondo anno a Latina, rimarresti fino a fine carriera?
«Io qui sto benissimo, la società e i tifosi mi stimano e ci sono tutti i presupposti per proseguire il rapporto con loro».

Alessandro, vuoi fare un appello ai tifosi?
«Si, di continuare a sostenerci. Loro sono encomiabili in questo senso, con il loro aiuto rialzeremo la testa. Nessuno si aspettava di vedere il Latina in questa situaizione ma con l’aiuto di tutte le componenti ne verremo fuori».

 

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