La Tregua di Natale - Calcio News 24
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2014

La Tregua di Natale

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Nel 1914 Germania e Inghilterra giocarono a calcio il giorno di Natale tra le trincee

YPRES – Come tutte le città di confine anche Ypres ha più nomi. E’ Ypres in francese, Ieper in olandese, Yper in fiammingo e addirittura Ipro in italiano. Ypres è una cittadina belga, si trova nelle Fiandre Occidentali ovvero la patria del ciclismo per antonomasia. Laddove però oggi sfrecciano i vari Boonen o Cancellara un tempo le contese erano ben diverse. E’ il 1914 e da poco l’Inghilterra e la Germania sono scese in guerra, i tedeschi hanno violato il Belgio rimasto neutrale e stanno attaccando dall’alto la Francia cercando pure uno sbocco sulla Manica. Il comandante tedesco Erich von Falkenhayn ha appena fallito lo sfondamento nella zona del fiume Yser e ha accentrato tutte le sue forze nella zona di Ypres, che però lui e i suoi commilitoni chiamano Ypern. Dalla parte opposta nelle trincee scavate sul confine franco-belga ci sono gli Alleati capeggiati dagli inglesi, guidati dal generale John French. Ancora nessuno ne è consapevole, ma in quei giorni, nel Natale del 1914, ben cento anni fa, in mezzo alle trincee, si giocherà una delle partite di calcio più incredibili dell’intera storia.

A NATALE TUTTI A CASA – Il 24 dicembre del 1914 la Prima Guerra Mondiale, che ovviamente ancora nessuno chiama né prima né mondiale, si è assestata nella zona nord della Francia e in quella ovest del Belgio, un Belgio colpito a sorpresa e ferito gravemente. Questa generazione di soldati non ha mai avuto a che fare con un conflitto di tali dimensioni, è da poco iniziato il Novecento e il clima di cambiamento che investe i centri delle grandi città ha cominciato a penetrare nelle menti di chiunque, anche dei militari più o meno giovani al fronte. Manca un giorno a Natale, si chiama Vigilia per questo, e quella che doveva essere una guerra lampo è diventata logorante e sfiancante, una guerra di trincea appunto. «A Natale tutti a casa!» dicevano a fine estate, quando il conflitto era iniziato da poco. E’ Natale e la guerra c’è ancora, ci sarà ancora. E allora, dal niente, ecco che senza una regola ben precisa – perché le cose davvero straordinarie accadono senza una motivazione logica, come la filologia ci insegna – i soldati smettono di farsi battaglia. La Tregua di Natale, la chiameranno anni dopo gli storiografi. In quel momento è soltanto il primo esempio di umanità in un secolo che di umanità ne avrà ben poca.

LETTERA – Il capitano Alfred Dougan Chater nel dicembre del 1914 sta servendo sul fronte occidentale e difendendo la bandiera britannica. In una lettera inviata alla famiglia e pubblicata poco tempo fa dalla Royal Mail racconta di aver assistito a una delle scene più incredibili nella sua carriera di membro dell’esercito: i soldati tedeschi – noncuranti della guerra – si alzano dalle loro fosse e vanno incontro ai commilitoni degli Alleati; dopo un iniziale altolà con fucili spianati, i teutonici iniziano a dialogare con quelli che a regola dovrebbero essere i nemici. Fino a pochi minuti prima le due parti si stavano sparando, adesso ecco uscire tutti dalle trincee per dire basta almeno per un giorno al conflitto. In pochi minuti, scrive Chater, il campo di battaglia sembra una riunione tra vecchi amici. In molti si tolgono le armi e iniziano a dialogare col nemico, addirittura c’è chi si scambia qualche dono e inizia a bere qualcosa assieme agli altri. Poi, come nella più bella delle favole natalizie, salta fuori il regalo più bello: qualcuno ha preso degli stracci sdrucendo qualche vestito e li ha riempiti di sabbia e terra per poi legarli con uno spago per formare una sfera. E’ un pallone, è la prima vera sfida tra Germania e Inghilterra, anche se la FIFA non ne terrà mai di conto.

FISCHIO D’INIZIO – Se si potesse allargare l’obiettivo sulla zona di Ypres allora si vedrebbero enormi solchi scavati nel terreno, armi gettate a terra, qualche albero di Natale addobbato alla meglio con ammennicoli di fortuna e dei soldati darsi battaglia nella zona piana. Darsi battaglia però è un’immagine sbagliata, non c’è niente di belluino in questo Germania – Inghilterra: da una parte militari tedeschi e dall’altra quelli della Regina in un’insolita partita di calcio. Non si sa se stiano giocando regolarmente undici contro undici, se ci sia un vero e proprio arbitro, dalle foto e dai reperti si intuisce solo che fa un freddo cane e le porte sono state costruite con oggetti a forma di palo, ovviamente. Non c’è neppure nessuno che tiene il tempo o scrive una sorta di tabellino, ma si sa che è la Germania a passare in vantaggio. Salti e urla di gioia accompagnano la prima rete dei teutonici, loro che stanno giocando contro gli inventori del calcio e, nonostante gli anni di Brehme o Rahn o Goetze siano ancora lontani, vogliono una vittoria per passare alla storia. Ed ecco quindi che gli inglesi, colpiti nell’animo, si buttano giù e subiscono pure il due a zero. E’ festa grande, questi avranno pure inventato il calcio ma pure la supponenza calcistica è una loro scoperta, pensano i tedeschi.

LA FINE – Mai pungere nell’orgoglio un inglese, che sia una semplice discussione o una partita di calcio. I soldati della Regina riportano il pallone al centro del campo – o meglio, riportano qualcosa che assomiglia a un pallone in un posto che sembra il centro di un campo – e iniziano a giocare con il cuore. In men che non si dica, con la Germania incredibilmente disattenta, siamo già sul due a due: doppia segnatura per i britannici che sfruttano due mischie in area e adesso l’inerzia della partita è dalla loro parte. Non si sa quando finirà la partita, è Natale e per un giorno i pensieri si mettono da parte, si pensa solo a giocare e in ballo c’è l’onore. I tedeschi ne sono consapevoli e non vogliono perdere. All’improvviso un rilancio dalla difesa diventa un contropiede ghiottissimo, i soldati delle Germania si involano verso il portiere avversario e riescono a riportare la partita dalla loro parte segnando il tre a due. Leggenda narra che di lì a poco il pallone finisca sul filo spinato delle trincee rompendosi inesorabilmente.

BOXING DAY – Finisce così tre a due la prima partita di calcio giocata in guerra di cui si è a conoscenza. La Germania vince sull’Inghilterra e la Tregua di Natale comincia, nei giorni seguenti, a farsi largo nell’opinione pubblica: dopo un’iniziale censura sono gli USA i primi a parlarne agli albori del 1915 lodando lo spirito dei soldati. Il Times addirittura riporta anche il risultato della partita di calcio, ci manca solo che lo pubblichi nella sezione sportiva della cronaca. Ai media americani fanno eco quelli inglesi, i quali vedono di buon occhio la faccenda e continuano a dare contro a una guerra “sorprendente ma disumana“. In Germania e Francia i toni vengono leggermente smorzati e continua una sorta di autocensura. Il Boxing Day del 1914, vale a dire il 26 dicembre, il generale Horace Smith-Dorrien ordina ai soldati della Regina di continuare ad attaccare come se nulla fosse, anzi anche in maniera più cruenta. Riprende il conflitto e il resto è storia. Ypres diventerà tristemente famosa soprattutto per aver dato nome all’iprite, un’arma chimica usata dai tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale e lanciata nelle trincee nemiche. Le stesse trincee che poco prima avevano ospitato una delle partite di calcio più sorprendenti di sempre.

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