2017
La strana partita di Dybala: spettatore non pagante in panchina
Stupiscono i 15 minuti concessi da Allegri al numero 10 bianconero Paulo Dybala, il suo talento e vivacità potevano favorire la vittoria della Juventus
Dalla Dybala Mask al cappuccio felpato tirato fin sulla testa per ripararsi dal gelo torinese. Gli occhi erano l’unica parte scoperta e con quelli, Paulo Dybala, si voltava spesso verso il suo allenatore, per captare un segno. Entro? Quando? Per quanto tempo? E se entro, riuscirò ad essere decisivo? Domande che hanno tormentato l’argentino per 75 lunghi minuti, fino a quando Allegri non si è rivolto all’attaccante e con un gesto gli ha detto che sarebbe toccato a lui. Un quarto d’ora appena nella partita più importante, partita condotta magistralmente dalle rispettive difese: i tiri e le azioni pericolose latitavano, se non Dybala, chi poteva dare la scossa tra i bianconeri?
Sta diventando un caso quello legato al numero dieci, Allegri in conferenza post partita l’ha candidamente ammesso: «Giusto partire senza Dybala, la condizione fisica nel calcio è fondamentale. Lui fa fatica da un mese e non può vivere di rendita.» Sicuramente l’attaccante ha pagato l’atteggiamento indisponente mostrato ad Atene; non più tardi di quattro giorni prima, invece, aveva servito ad Higuain il pallone della vittoria. Attaccante lunatico si potrebbe definire, in Europa non segna da otto mesi, in Italia dopo una partenza a razzo ha perso il posto.
In quel quarto d’ora di gioco all’Allianz Stadium ha eseguito lo stesso copione degli altri due argentini in campo (Higuain e Icardi), un fantasma. L’elettricità non ha percorso il suo corpo, dai suoi piedi non sono partite azioni pericolosi e piano piano si è affievolito come una batteria scarica. Servirà un gran lavoro mentale per recuperare la Joya bianconera e tenerlo fuori da questi match non sembra la scelta più saggia.