2015
Repubblica: Milan, la scalata di Taechaubol
Immobili e alta finanza, ora il thailandese punta il Milan
Possibile svolta entro due settimane per il Milan: il patron Silvio Berlusconi sta, infatti, riflettendo sulla possibilità di aprire le porte ad un nuovo socio di minoranza, il thailandese Bee Taechaubol, per 300 milioni di euro con la prospettiva di un passaggio di proprietà graduale. Stando a quanto riportato da La Repubblica, l’alternativa è Wanda, società cinese che ha appena rilevato il controllo di Infront, che detiene i diritti televisivi del calcio in Italia e in altri paesi europei, nonché il 20% dell’Atletico Madrid.
I TEMPI – L’imprenditore thailandese ha fretta: il via libera deve arrivare entro fine febbraio per evitare che si inseriscano concorrenti anche solo per manovre di disturbo. L’investimento non include al momento la costruzione del nuovo stadio, per il quale verrebbero stanziati altri soldi. «Da vari soggetti è stato espresso interesse per una partnership. Fininvest smentisce categoricamente che esistano colloqui di qualche concretezza e tanto meno preaccordi scritti o incontri decisivi in agenda», ha scritto Fininvest, che controlla il club rossonero, in una nota. Eppure per la prossima settimana sono in programma alcuni appuntamenti a cui potrebbero partecipare anche emissari delle banche che seguiranno l’operazione. Come avvenuto per l’Inter con Erick Thohir, non basta un’offerta, ma servono anche garanzie finanziarie.
L’IDENTIKIT – Bee Taechaubol è un ingegnere quarantenne a capo della Thai Prime e appartenente ad una famiglia che si è costruita la sua fortuna negli investimenti immobiliari nel sudest asiatico. In passato si è occupato di brokeraggio assicurativo, ma attualmente è impegnato nel private equity: con soldi raccolti da altri finanziatori acquista società dall’alto potenziale di crescita e le rivende quando il valore è cresciuto. Con il Milan gli scenari, però, sono diversi: la squadra andrà rilanciata ai vertici mondiali senza stravolgerne l’assetto. A patto che Silvio Berlusconi dica sì.