2014

La Nazionale giamaicana di bob del 1988

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Nessuno ancora crederci potrà…

 

Chi è cresciuto negli Anni ’90 non può non ricordarsi del film della Disney Cool Runnings, Quattro sotto zero. Si raccontava dell’avventura di uno scapestrato gruppo di giamaicani alle Olimpiadi invernali di bob, uno sport certamente lontano dal clima caraibico della terra di Bob, per citare il mio amico Vacca.

Forse non tutti sanno che questa storia non è il frutto della fantasia del regista, ma è ispirata alla reale partecipazione della Nazionale giamaicana di bob alle Olimpiadi invernali di Calgary nel 1988, una comparsata che venne salutata con l’entusiasmo dei tifosi di tutto il mondo e che ispirò poi altre nazioni tropicali come Messico, Argentina, Trinidad e Tobago e Portorico a tentare la stessa impresa.

L’idea di mettere in piedi una Nazionale di bob in Giamaica venne a due americani, George Fitch e William Maloney, che durante dei viaggi di lavoro in Giamaica videro una gara di carretti, molto simili al bob, con la differenza che non correvano sul ghiaccio, ma sull’asfalto. Pensarono che, dato che i giamaicani per natura erano grandi velocisti, si pensi ad Usain Bolt, si poteva sfruttare questa loro forza e trasferirla sul ghiaccio, dove al posto di un carretto con le ruote avrebbero spinto uno slittino.

Reclutarono quindi un ex ingegnere ferroviario, Samuel Clayton, e tre ex militari dell’esercito giamaicano, Devon Harris, Dudley Stokes, Micheal White e Samuel Clayton, i quali accettarono entusiasti di buttarsi anima e corpo in quest’avventura.

L’Olimpiade in realtà, da un punto di vista strettamente tecnico, non andò molto bene. Per i giamaicani la competizione si chiuse prematuramente per un cappottamento del bob, come è ben rappresentato anche dal film citato, ma ciò non impedì loro di scrivere una commovente pagina di storia dello sport e di restare impressi nelle memorie di chi assistette a quelle strepitose partenze.

A noi resta il bacio dell’uovo, l’applauso finale del pubblico mentre trasportano  braccia il bob fino all’arrivo e la simpatia contagiosa dei protagonisti del film.

 

Via col ritmo, via col tempo, Giamaica vince, io me lo sento!

 

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