2013
La musica è l’armonia dell’anima
La musica nelle curve: da “You’ll never walk alone” a “Lettera da Amsterdam”. Essere tifosi è anche saper cantare bene…
YOU’LL NEVER WALK ALONE – Nella vita, in fondo in fondo, i momenti davvero emozionanti si contano sulle dita di una mano. Nel calcio, per l’amor di dio. In campo sì, qualche volta ci sono gol di particolare spessore, vittorie che non si cancellano e sconfitte destinate a rimanere marchiate a fuoco nella mente, ma fuori? Cosa c’è fuori? Il calcio non è solo campo, terreno di gioco, il calcio è contorno. Ecco allora che entrare ad Anfield o al Celtic Park e sentir cantare You’ll never walk alone diventa l’emozione più bella per qualsiasi persona abbia mai calciato o calcerà mai un pallone. Quando cammini nel mezzo della tempesta, tieni la testa in alto e non aver paura del buio, ci saranno sempre i tuoi tifosi ad accoglierti e sostenerti. Le sciarpe che sventolano prima delle partite del Liverpool o del Celtic Glasgow, le voci dei tifosi, la Kop, tutto questo va direttamente al cuore. Prendete l’addio al calcio di Stylian Petrov, malato di leucemia: lo stadio di Glasgow gli ha dedicato You’ll never walk alone e raramente nel calcio moderno si sono viste immagini più toccanti. Oppure il saluto finale a quel monumento di Jamie Carragher, anche lì brividi per tutto il corpo a sentire tutto lo stadio inneggiare all’ex Liverpool. San Remo in confronto a tutto questo è il saggio della scuola di canto di vostra cugina, a voler esagerare.
COMO UN RAYO – Il calcio è fatto anche di musica, ma non intendiamo i soliti cori da stadio alla “Chi non salta“, proprio musica: gruppi o cantautori hanno messo l’anima per poter dedicare alla propria squadra del cuore un pezzo che poi è diventato un inno più ufficioso che ufficiale, prendiamo ad esempio il Rayo Vallecano, la terza squadra di Madrid. Il Rayo viene da Vallecas, quartiere operaio della città spagnola che storicamente è una delle poche zone antifranchiste della capitale (ve lo assicuriamo, non è facile essere antifranchisti a Madrid), e da Vallecas vengono anche gli Ska-P, celeberrimo gruppo ska-punk spagnolo che farebbe pogare anche vostra nonna, ancora attaccata a Natalino Otto e Achille Togliani. Como un rayo è una canzone cattiva, incazzata contro il sistema e contro i potenti e per questo si addice molto alla realtà del quartiere e della squadra capitolina: Romario no està, aqui no hay capital, pero nos da igual aqui hay calidad! Non ci sarà pure Romario e magari il Rayo non sarà la squadra più forte di tutta la Liga ma comunque c’è qualità da vendere. In curva in mezzo agli altri tifosi si canta e si salta tutti assieme perché per novanta minuti la nostra famiglia è composta da un numero indefinito di persone, tutte racchiuse in quel catino che questo mondo ingrato chiama “stadio” ma che forse avrebbe bisogno di un ridimensionamento filologico.
LETTERA DA AMSTERDAM – E in Italia, vi starete chiedendo voi, in Italia esiste qualcosa del genere? Siamo passionali di natura, per la fede calcistica venderemmo nostra moglie – non esageriamo, sicuramente venderemmo la suocera – e volete che da noi non ci siano curve che si emozionano ed emozionano cantando all’unisono un certo tipo di canzoni? Dobbiamo dire grazie in special modo ad Aldo e Vittorio De Scalzi, conosciuti come De Scalzi Bros e anche per un passato nel gruppo progressive rock dei New Trolls. I due hanno scritto forse la più bella e toccante canzone calcistica mai prodotta in Italia, vale a dire Lettera da Amsterdam. Leggete il testo, potrebbe essere dedicato alla donna più bella del mondo per l’amore che trasuda da quelle parole, ma invece la vera protagonista è la Sampdoria, sebbene non venga mai neppure nominata. Chissà com’è adesso la domenica con lei, dimmelo tu che puoi sentire i brividi che dà, dille che io, che io non l’ho perduta, che io non l’ho dimenticata mai, ed è per questo che ritornerei, altro che rapper Moreno o inni pieni di ampollosità scritti da parolieri di bassa lega, questo è il vero affetto che si prova per una squadra e questa è vera musica. A Marassi o in Europa non c’è differenza, sentir cantare un pezzo come questo è toccare il cielo con un dito.
NOTTI MAGICHE – Se parliamo di calcio italiano, non possiamo non passare dalla Capitale. Antonello Venditti è un riconosciuto tifoso giallorosso e per la Roma ha composto l’inno ufficiale Roma Roma, e anche qui si parla di brividi puri ogni volta che la Curva Sud si mette ad intonare la canzone prima delle partite casalinghe. Roma Roma è uno dei primi casi in cui un inno ufficiale è stato scritto proprio da un cantautore, prima che diventasse se non una moda, almeno una consuetudine. Parlando di canzoni non ufficiali come non citare le scosse telluriche che provoca ‘O Surdato Nnammurato: una canzone dedicata a un soldato che soffre la lontananza dalla sua donna durante la guerra è diventata, è proprio il caso di dirlo, il grido di battaglia di tutti i tifosi del Napoli; anche prima delle partite di Champions è qualcosa che fa accapponare la pelle. La Lazio invece ha fatto suo Ma il cielo è sempre più blu, successo del compianto Rino Gaetano, la Juventus a ogni rete esulta con Chelsea Dagger dei Fratellis, il Milan si riscalda sulle note di Sweet Child of Mine, mentre è curioso il felling tra il Torino e gli Statuto, storica band cittadina. Il gruppo è sempre ospite in Curva Maratona (della quale sono gruppo ufficiale!) e alle presentazioni del Toro, al quale hanno dedicato la splendida Grande in memoria del Grande Torino.
FEVER PITCH – Il fatto è che siamo tutti troppo tifosi, ci affezioniamo a qualcosa che a molti pare effimero ma in realtà, a costo di sembrare patetici o retorici, ha un valore soggettivo immenso. Che sia il Real Madrid o il Tuttocuoio non fa differenza, cantiamo lo stesso. «Non supereremo mai questa fase» diceva il protagonista di Febbre a 90°, ed è la sacrosanta verità: non la superemo mai perché sappiamo che ci sono persone come noi, che muoiono dentro se non sanno quanto è finita l’amicheole con la primavera del giovedì. Il calcio è passione come è passione la musica stessa, quandi le due cose combaciano è impossibile non sentirsi inebriati da tanta bellezza. Potrà arrivare tutto il branding o il marketing che volete, le squadre cambieranno colori sociali e ci troveremo sempre di fronte a testi musicali sempre più apatici e ai soliti due accordi quando tutto va bene. Lo scoramento ci sta ed è condivisibile, ma poi basta pensare che esiste un posto come Anfield e tutto passa. We’ll never walk alone.