2012

La Mission Impossible di Max Allegri

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L’inversione di tendenza in casa Milan c’è stata e, con il beneficio del dubbio, non sembra onestamente legata al rinnovato presenzialismo di Silvio Berlusconi. Il merito va ad Allegri che, all’ombra dei suoi limiti, è rimasto freddo nella fase della stagione in cui tutti pretendevano la sua testa, ha continuato a lavorare sodo alla ricerca di soluzioni nuove e i fatti ora gli danno ragione.

IL CORSO ROSSONERO – Al netto forse di una stagione di primissimo livello già compromessa dall’inizio choc. In termini di punti, evidente, ma soprattutto sotto il profilo della personalità: il Milan ha faticato enormemente a reagire dopo l’addio dei senatori di uno spogliatoio dagli equilibri oramai cristallizzati. Questo fattore ha inciso più delle mancate soluzioni di gioco trovate da Allegri dopo la partenza di Ibrahimovic: inizialmente i rossoneri non hanno proposto un’alternativa valida, poi il tempo e l’esplosione di El Shaarawy hanno compensato in parte il crollo subito sul piano delle prestazioni. Oggi che tale questione sembra almeno in parte risolta e superata, il problema grosso risiede altrove.

I NUMERI DEL MILAN – La squadra di Allegri è tornata a segnare e oggi le 21 reti complessive – dato destinato a crescere in media – testimoniano uno scarto tollerabile da realtà quali Napoli e Fiorentina (seconda e terza forza del campionato, rispettivamente 23 e 25 reti), il tutto alla luce dell’alta qualità del pacchetto avanzato rossonero, vedi le soluzioni che Allegri ha potuto proporre nella trasferta di Napoli. I numeri della difesa – 18 le reti subite finora – non risultano in linea con i dati relativi alle squadre che gravitano in posizioni da Champions, volendosi riferire ancora all’esempio di Napoli e Fiorentina (11 e 12 le reti incassate). L’Inter subisce altrettanto con 17 reti al passivo ma segna di più, 26 le marcature nerazzurre. Analizzando il reparto difensivo del Milan, emerge con forza come la società non abbia provveduto alla sostituzione di due pilastri quali Thiago Silva ed Alessandro Nesta: è da qui che, al netto del deficit di personalità che l’addio di tanti campioni ha generato nel gruppo, la squadra si è sentita meno sicura dei propri mezzi.

IL FUTURO DEL DIAVOLO – La grande sfida di Max Allegri ora sembra proprio quella di rintracciare quella necessaria solidità per restituire al suo Milan la classifica che spetta ad una squadra di tale calibro. Impresa possibile? Più Mission Impossible che altro. Motivi da ricercare nei difetti d’organico: Zapata non è all’altezza della situazione, Mexes alterna buone prestazioni a fasi di discontinuità ed è condizionato da annose questioni fisiche, Acerbi ha valore ma Allegri sembra preservarlo, Yepes e Bonera provano a reggere la baracca. Insomma al Milan manca sostanza per guarire definitivamente: in tale direzione l’unica medicina efficace deve essere l’intervento della società, chiamata ad acquistare almeno un profilo di valore alto per dare fosforo alla rincorsa di Allegri. Oggi è una missione impossibile, ma il Milan è già agli ottavi di Champions ed un innesto pesante nel pacchetto arretrato – da studiare con cura perché dovrà ambientarsi in tempo record – potrà spazzare via qualche nuvola di troppo che si intravede all’orizzonte.

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