2014

La leva calcistica del ’92

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Tutti pronti (o quasi) a conquistare il mondo: da Neymar a Gotze, passando per Verratti ed El Shaarawy

Se Francesco De Gregori fosse nato 25 anni più tardi, o ci avesse messo 25 anni in più a partorire quella fantastica poesia, vera allegoria della vita abbinata al calcio, probabilmente il famoso Nino che deve tirare un calcio di rigore potrebbe assumere le sembianze di uno dei talenti che andremo ad annoverarvi, e che nei prossimi anni sono destinati a dominare il mondo del calcio, o diventarne elemento di riferimento per il proprio ruolo. Che siano essi difensori o attaccanti, terzini di spinta o mediano di rottura, questi calciatori sono pronti a separarsi dall’età della giovinezza e dell’essere delle “eterne promesse”, per diventare elemento di spicco non solo della propria generazione, ma di quelle precedenti e successive alla propria.

 

DALL’ITALIA – Sono tre i nomi di giocatori nati nell’anno di grazia 1992 e che sono già pronti per diventare dei big, oppure lo sono già. I primi due sono sicuramente Marco Verratti e Stephan El Shaarawy, rispettivamente regista del futuro del Paris Saint Germain ed elemento di spicco del nuovo Milan targato SuperPippo Inzaghi. Il centrocampista abruzzese ha fatto faville al Mondiale ed è pronto a raccogliere l’eredità di Pirlo davanti alla difesa azzurra, e con un carattere da vero duro e qualità tecniche, tattiche e atletiche sarà uno dei giocatori più attesi nella prossima stagione, visto che appare chiaro che non si muoverà da Parigi e potrà far ulteriormente innamorare di sè i tifosi della città degli innamorati. Così come non si muoverà da Milano il Faraone, uno che la rassegna iridata brasiliana l’ha saltata perchè reduce da un ultimo anno e mezzo da dimenticare, a causa di infortuni e altri problemi che non andremo ad annoverare: per El Shaarawy potrebbe essere il vero anno zero, con la possibilità di allenarsi con calma, di avere meno impegni durante la stagione e un’attesa sempre crescente per le sue qualità nel nuovo Milan che ripartirà dal 4-3-3 e quindi dalle sue corse sulla fascia destra. Il terzo azzurrino già affermato, e che ha già qualcosa in comune con El Shaarawy, è Mattia De Sciglio: le sue precarie condizioni fisiche ne hanno reso difficile l’apporto positivo al Mondiale, in cui ha giocato una sola partita contro l’Uruguay, ma sempre a proposito del nuovo corso milanista sarà lui uno dei terzini titolari. Resta da decidere quale sarà la sua fascia di competenza, e a deciderlo sarà sicuramente la condotta del club rossonero sul mercato.

 

DALL’ESTERO – Com’è tristemente noto, l’estero fornisce tanti nomi in più di giocatori nati nel ’92 e che sono già pronti a dominare il mondo. In primis c’è Neymar, protagonista nel bene e nel male del Mondiale appena concluso: l’asso del Barcellona ha dominato la prima parte della rassegna iridata, ma ad un passo dalla fase clou si è beccato una ginocchiata sui reni da Zuniga e ha dovuto alzare bandiera bianca, vedendo il suo Brasile beccarsi dieci gol tra Germania e Olanda. Ora il mondo è pronto a vederlo primeggiare, sia nel nuovo corso blaugrana che in quello verdeoro, che non potrà essere peggiore di quello visto al Mondiale. E a proposito di Mondiale, è un classe 1992 anche l’uomo che lo ha deciso, ovvero Mario Gotze: autore di una rassegna iridata che ha appena sfiorato la sufficienza, ma comunque capace di entrare a finale iniziata e di deciderla con un inserimento che spiega perchè il talentino tedesco è stato pagato quasi 40 milioni dal Bayern Monaco per costruire un nuovo ciclo con Pep Guardiola sulla propria panchina. E tutta la Germania ora è grata a SuperMario, che ha contribuito ad aggiornare l’albo d’oro della Mannschaft. Poi ci sono altri due eroi mancati di questo Mondiale, come Thibaut Courtois e Jack Wilshere. Il primo ha provato a parare di tutto per portare più lontano possibile il Belgio in terra brasiliana, ma il tracciante di Higuain ai quarti di finale ha spento i sogni del portierone del Chelsea e di tutta la Nazionale dei Diavoli Rossi; ora il ritorno a Londra per l’ex estremo difensore dell’Atletico Madrid, che si ritroverà a difendere i pali di una squadra di fenomeni. Passando al centrocampista dell’Arsenal, lui non ha potuto incidere in un’Inghilterra uscita subito e incapace di lanciare tutto il talento a propria disposizione: forse lasciando la cabina di regia al numero 10 dei Gunners qualcosa poteva cambiare per Rooney e compagni, ma per Wilshere ci sarà l’occasione per rifarsi tra due anni, in occasione degli Europei francesi. Al Mondiale, almeno nella prima parte, ha invece fatto benissimo Joel Campbell, che con gol e giocate importanti ha fatto innamorare di sè Costa Rica e potrebbe aver convinto Arsene Wenger che il tempo dei prestiti in giro per l’Europa è finito.

 

MI PRENDO IL FUTURO – Torniamo in Italia, perchè c’è una Nazionale Under 21 che è pronta a lanciarsi e a stupire tutti, con una serie di talenti nati proprio nell’anno che è al centro di questo articolo. Partendo dal portiere Francesco Bardi, destinato a diventare presto il portiere della nuova Inter, passando per difensori di livello come i terzini Zappacosta e Biraghi o il centrale Masi. Oltre al già citato Verratti, a centrocampo potrebbero sbocciare dei talenti niente male, come il fiorentino Piccini (che ha iniziato a mille all’ora il ritiro con la maglia viola), un ottimo elemento di scuola Roma come Federico Viviani e soprattutto Daniele Baselli: dai suoi piedi e dalle sue idee partiranno le giocate offensive della nuova Atalanta, e molto probabilmente quella che sta per partire sarà la sua ultima stagione bergamasca, prima di andare a rinforzare il centrocampo di un top club, preferibilmente italiano. E con giocatori di grande talento come Molina, Gatto, l’italo-argentino Battocchio e Ciccio Fedato, l’attacco di un’ipotetica formazione di nati nel 1992 potrebbe essere affidata a uno come Samuele Longo: dopo due anni di giri per l’Italia e per l’Europa, il talentino di scuola Inter ha finalmente trovato un approdo sicuro a Cagliari, reso ancor più stabile dalla presenza in panchina di Zdenek Zeman, uno che a lanciare i giovani di talento non ha mai rinunciato. Tanto da poter dire che, limitatamente alla classe del 1992, l’Italia non è affatto scoperta in ogni singola zona del campo.

 

A ME IL MONDO – Anche nel resto del mondo troviamo grandi talenti nativi del 1992. Come Erik Lamela, che dopo un paio di annate strepitose a Roma è stato costretto a subire l’onta dell’involuzione tra le fila del Tottenham (squadra in cui milita anche il danese Christian Eriksen, per il quale dire che ha i piedi buoni è un eufemismo), tanto da perdere la convocazione per i Mondiali a vantaggio, va detto, di gente meno efficace e probabilmente meno pronta di lui in fase offensiva. Ma non c’è soltanto El Coco da tenere d’occhio, visto che, come al solito, è la Spagna a sfornare tanti talenti. Da Iker Muniain, ispiratore dell’Athletic Bilbao e pronto a prendersi il comando di una squadra un po’ più blasonata, passando per la corsa sulla fascia destra del neo-campione d’Europa Dani Carvajal, il nuovo talentino di scuola blaugrana Sergi Roberto (uno sul quale il nuovo tecnico Luis Enrique vuole puntare per il nuovo corso) e soprattutto un giocatore che in Italia potremmo presto iniziare a conoscere meglio: Alvaro Morata, bomberino dell’Under 21 iberica all’ultimo Europeo, alternativa a Benzema per l’attacco del Real Madrid fresco vincitore della “Decima” e grande obiettivo della Juventus del dopo-Conte. A proposito di elementi dal futuro assicurato che già indossano la camiseta blanca, in mezzo al campo potrebbe presto spiccare la figura di Casemiro, un brasiliano sicuramente atipico: piedi buoni, non c’è dubbio, ma una voglia di lottare e di stroncare sul nascere le iniziative delle squadre avversarie che potrebbe renderlo valido per il progetto madridista del futuro, oppure di altre squadre pronte a investire sul giocatore paulista (Inter e Milan su tutte). Restiamo in Spagna, perchè a difendere i pali del Barcellona quest’anno sarà Marc Andrè ter Stegen, portiere che ha lasciato il Borussia Moenchengladbach dopo averci militato sin dai tempi dei pulcini (indimenticabile il suo pianto nel giorno dell’ultima partita) e che è pronto a raccogliere l’eredità di Victor Valdes. Chi ha già vinto una Champions League da protagonista è David Alaba, terzino sinistro del Bayern Monaco e considerato uno dei migliori al mondo nel suo ruolo; chi sogna di vincerla, magari l’anno prossimo, è Mohamed Salah: pagato a peso d’oro dal Chelsea sei mesi fa, ora il talento egiziano è pronto a convincere Mourinho a puntare su di lui per i Blues del futuro. E anche il campionato italiano, per finire, presenta alcuni classe 1992 di livello: dai doriani Pedro Obiang e Mustafi, passando per un Vrsaljko che è pronto ad approdare al Sassuolo, chiudendo con il veronese Cirigliano e con Ishak Belfodil, atteso al riscatto dopo una stagione da dimenticare.

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