2014
La legge di Pirlo, una delusione e un mezzo fallimento
Europa League, l’analisi dei verdetti italiani
EUROPA LEAGUE JUVENTUS NAPOLI FIORENTINA – L’eredità lasciata dagli ottavi di finale di Europa League è piuttosto pesante per l’economia delle italiane: resta un club – non a caso la Juventus – ad onorare la missione internazionale dell’Italia, a fare spazio ai campioni d’Italia è la Fiorentina mentre il Napoli non è stato in grado di ribaltare il penalizzante esito della sfida d’andata disputata in quel di Oporto.
LA LEGGE DI PIRLO – Gli ultimi cinque giorni di uno tra i più celebri registi della storia del calcio sono da raccontare: due punizioni – o meglio due parabole – dirette all’incrocio dei pali a spegnere i sogni di scudetto delle concorrenti nazionali ed a sancire il passaggio ai quarti di finale d’Europa League. Scrivendo un esito tutt’altro che scontato: la Juventus, ad una settimana dal passo falso interno con la Fiorentina, inscena un’ulteriore prova di forza nello scenario di un Artemio Franchi carico a pallettoni. La firma è di Pirlo ed è scritta a caratteri cubitali, quelli di un bolide devastante nell’ennesimo calcio piazzato vincente della carriera di un fenomeno intramontabile: i meriti vanno a tutta una squadra, un club che nel recente passato come nell’immediata attualità sta dimostrando di saperci fare più degli altri. Unica nota stonata dei tre anni di gestione Conte l’inattesa eliminazione dall’attuale edizione della Champions League: un girone in sordina ed il prossimo step di chi ha precise ambizioni e lavora efficacemente per centrarle.
LA DELUSIONE VIOLA – La stagione che avrebbe dovuto vedere all’opera Mario Gomez e Giuseppe Rossi si è tradotta in un vero incubo, con i due bomber che hanno fatto crack limitandosi ad una convivenza in campo di soli 193 minuti: il progetto viola temporaneamente dissolto sotto i colpi di infortuni letali ha salvato il salvabile con una preziosa quanto meritata finale di Coppa Italia, non è riuscito però quel colpo grosso rappresentato dall’eliminazione internazionale della rivale storica. L’ottimo pareggio esterno dell’andata aveva in tal senso incoraggiato, poi l’epilogo del Franchi ed una frustrazione che non può essere nascosta: gli uomini di Montella hanno provato a giocare una partita alla pari ed impensierire un avversario più strutturato, salvo piegarsi nella fase clou della sfida. La Fiorentina può attendere tempi migliori forte di una base solida e di una progettualità che le consente finora di persistere a buoni livelli: sarà l’estate del salto di qualità? Non ci resta che attendere.
NAPOLI, STAGIONE FALLIMENTARE RISPETTO ALLE ASPETTATIVE – Oltre le dichiarazioni di facciata dei diretti interessati è impensabile nasconderlo: il Napoli ha avviato la sua annata all’insegna delle massime ambizioni, lo urlano forte e chiaro le parole estive ed autunnali dei vari De Laurentiis, Benitez, Hamsik, Higuain, Callejon e chi più ne ha ne metta. I partenopei però accusano un ritardo clamoroso dalla Juventus e neanche si sono iscritti alla corsa scudetto, peraltro attualmente terzi e superati anche dalla sorpresa Roma. Il cammino europeo, che finora poteva vantare la gemma dei dodici punti nel girone di ferro di una Champions League fatale per gli uomini di Benitez, si dissolve contro un Porto terzo nella Liga portoghese, farcito di riserve e che, al netto di alcuni singoli di valore, è apparso decisamente alla portata dei partenopei. Si veda il fallimentare girone di Champions (soli 6 punti e neanche una vittoria interna) o la vicenda dei sedicesimi di Europa League, con i lusitani avanti grazie ad un doppio pareggio con il modesto Eintracht Francoforte e fuori dalla competizione fino a pochi minuti dal fischio finale. La finale di Coppa Italia, ottima sia chiaro, non può però alterare il bilancio di una stagione partita sotto il segno dell’obiettivo scudetto. E chi vi scrive aveva inizialmente creduto alla fondatezza di tali ambizioni. Va bene tutto, ma far passare Quaresma per un fenomeno è troppo. Ad maiora.