2015

La Juve celebra lo stile italiano e spaventa i campioni

Pubblicato

su

Semifinali di Champions League, atto primo: la Juventus batte il Real Madrid e si siede al tavolo delle grandi

La Juventus batte il Real Madrid campione d’Europa e del mondo con il risultato di 2-1 e – qualora ce ne fosse ancora bisogno – convince gli ultimi perplessi: bianconeri al tavolo delle grandi d’Europa non da ospite di turno ma protagonista a tutti gli effetti. Mister Allegri indovina ancora una volta ogni scelta e con un gran secondo tempo legittima un risultato assolutamente meritato.

TEVEZ MEGLIO DI RONALDO – Le grandi notti, si sa, passano dai grandi nomi: le star si chiamano Carlos Tevez da una parte e Cristiano Ronaldo dall’altra, gli uomini in grado più degli altri di elevare il tenore delle proprie squadre negli appuntamenti che scottano. Il primo duello se lo aggiudica l’Apache: la sua prestazione è totale, propizia il primo gol di Morata con un diagonale potente e preciso e poi firma personalmente il raddoppio procurandosi e poi trasformando il calcio di rigore del definitivo 2-1. L’azione è letteralmente bestiale: Tevez percorre una cinquantina di metri palla al piede ed al momento della scelta finale ha la lucidità di frapporsi tra il pallone ed un ingenuo Carvajal. Il suo antagonista va a sprazzi: Ronaldo ha l’enorme merito di firmare il gol che tiene in vita i blancos ma nella seconda frazione di gara è poco presente.

LA VINCE ALLEGRI, E’ BALE IL GRANDE ASSENTE – Tra due allenatori italiani di tale rilievo non potrebbe che essere una partita a scacchi: Allegri sceglie di giocarsela sul piano dell’intensità ed in questo senso va interpretata la scelta di puntare su Sturaro al momento più a fuoco di Pereyra, Ancelotti opta insindacabilmente per la qualità attingendo a piene mani dalla sua rosa. James Rodriguez è inarrestabile e lo ripaga in pieno: l’assist a Ronaldo è di eccellente fattura, il colombiano è inoltre letale negli inserimenti e soltanto una casualità gli nega il raddoppio in occasione della clamorosa traversa centrata sull’1-1. Episodio che avrebbe inevitabilmente alterato il corso di partita e qualificazione. Il buon Carletto le prova tutte per innescare Bale: 4-4-2 nel primo tempo per tenerlo nel vivo del gioco nonostante la sua condizione fisica non ottimale, nella ripresa lo riporta alle sue mansioni originali e dunque a cavalcare la fascia nel 4-3-3 standard ma il succo non cambia e il gallese non risponde.

ITALIAN STYLE: CHIELLINI EROE BIANCONERO – E’ proprio il secondo tempo a dimostrare l’efficacia del lavoro di Allegri: nei primi 45 minuti, inutile negarlo, la Juventus ha sofferto la maggiore qualità avversaria. Avrebbe potuto accusare il colpo a livello psicologico ma si è ripresentata in campo con la stoffa e l’abnegazione di chi vuole prendersi l’intera posta in palio a prescindere dal livello dell’avversario. E’ il piano della lotta, dall’origine di questo meraviglioso sport, ad esaltare gli italiani: nel finale c’è da difendere un prezioso risultato ed un leader emotivo quale Giorgio Chiellini si supera in più di un’occasione. Emblematico l’intervento (falloso) su Ronaldo al 93’ minuto di una partita oramai finita: il centrale bianconero manda all’aria il Pallone d’Oro con tanto di maglia insanguinata e benda sulla fronte per tamponare i residui di una battaglia condotta al limite delle possibilità fisiche ed atletiche. E’ il modus vivendi dell’Italia calcistica: il brevetto di difese insuperabili – come accadde ad esempio in Germania nel 2006, il risultato fu la conquista di un Mondiale alla faccia di chi sminuisce questo genere di modello calcistico – come per i brasiliani può essere il futebol bailado, per gli spagnoli il tiqui-taca e per gli olandesi il calcio totale. Marchi di fabbrica: ci teniamo stretto il nostro. In  palio Berlino: gli intramontabili Buffon, Pirlo e Barzagli ne sanno qualcosa. Intanto ci esaltiamo con una grande Juve.

Exit mobile version