2014
Luomo nuovo: è super Garcia, ha risposto anche senza i big
La rinascita giallorossa passa anche (tanto) dai meriti del francese
SERIE A ROMA GARCIA – Un uomo al comando, sarebbe il caso di dire. O meglio se non ci fosse lo schiacciasassi Juventus ad ammazzare qualsiasi velleità avversaria. Il campionato della Roma però parla da sé: 67 punti in 29 gare, i giallorossi viaggiano alla sensazionale media di 2.31 punti a partita. Se poi aggiungi la miglior difesa del torneo ed una fase offensiva oltremodo prolifica, il piatto è servito.
I MERITI DEL FRANCESE – Innanzitutto sul piano della personalità: la Roma aveva perso carattere dopo tre stagioni di fatto disastrose, neanche l’avvento della proprietà statunitense aveva inizialmente invertito la rotta. Garcia ha plasmato una mentalità forte che emerge con irruenza nella stragrande maggioranza delle partite disputate: basta pensare all’ultimo impegno casalingo contro un indomito Torino, tante azioni da una parte e dall’altra in un finale thriller in cui avrebbero potuto vincere entrambe. Non è un caso però che i tentativi granata siano rimasti tali mentre all’ultimo respiro la Roma non abbia sbagliato: la banda Garcia ha fame e ci crede fino al triplice fischio, ha la compattezza di una squadra vera e tutto ciò – considerate le premesse che abbiamo riportato – non era affatto scontato.
NON SOLO PERSONALITA’: C’E’ ANCHE IL GIOCO – La Roma scende in campo sempre con un atteggiamento propositivo e lo fa sin dalle prime battute della gara: raramente i giallorossi falliscono l’approccio, la certezza è data da un’intensità che alla lunga logora l’avversario e crea giocoforza gli spazi necessari all’avanzata romanista. La qualità fa il resto ed alla Roma non manca: il centrocampo abbina alla perfezione forza fisica, palleggio ed inserimenti con giocatori totali alla Pjanic, Nainggolan, Strootman e De Rossi, la spinta proveniente dalle corsie è soddisfacente ed in avanti si alternano con proficuità la classe di Totti, il caos di Gervinho e freddezza e rapidità di Destro. L’assunto è verificabile da una particolare circostanza: la Roma ha giocato le ultime gare priva di due colonne fondanti del suo architrave – De Rossi e Strootman – ma il risultato non è cambiato. E non è cambiato neanche senza Benatia al cospetto dei terribili Cerci ed Immobile.
LA SFIDA FUTURA – Insomma il progetto c’è e la volata è lanciata: la Roma guarda ora con estremo ottimismo al suo divenire, anche e soprattutto in relazione a quanto accaduto in settimana con il lancio della nuova casa giallorossa, quello stadio di proprietà tanto ambito e segnale inequivocabile della validità delle intenzioni. Tornando al campo Rudi Garcia dovrà essere in grado di gestire il doppio impegno – con l’oramai scontata partecipazione alla prossima edizione della Champions League – ed è proprio questa la vera sfida che attende la Roma. Buona parte dell’intensità a cui si accennava è stata praticabile perché in campo una volta ogni sette giorni, con la nota settimana tipo a disposizione per preparare al meglio anche i dettagli di ogni singola gara. Questa freschezza per fortuna, meglio giocare in settimana che guardare gli altri, mancherà e spetta a Garcia non far smarrire la sua creatura. Anche al prossimo mercato, chiaro, ma per quello c’è tempo. Non far partire i big sarebbe già un credibile punto di partenza.