2012

L’ottimismo, il sale della vita

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Adriano Galliani deve essere un uomo ricco di ottimismo: uno come lui, diventato da geometra quello che è, non può certamente aver fatto a meno del “sale della vita” per scalare i gradini del successo. Ultimamente però, temiamo stia abusando delle dosi giornaliere della suddetta virtù, con la conseguenza, ingannatrice, di vedere il futuro molto più roseo di quanto realmente sia:

Mi sembra che questo Milan stia risalendo velocemente la classifica, quindi rassicuro gli sponsor che torneremo ad occupare le posizioni avute da sempre nella presidenza Berlusconi. E’ stato un pareggio buon..ino contro il Malaga. Sarà importante arrivare negli ottavi di Champions, anche per i ricavi che ne comportano. Il tridente di martedì era giovanissimo con Pato, Bojan ed El Shaarawy. Prima ci dicevano che eravamo troppo vecchi, ora troppo giovani. Se avessimo iniziato ora il campionato, le cose sarebbero state diverse. Ci abbiamo messo tre partite a realizzare sette punti come nelle prime otto“.

(fonte: acmilan.com)

Non possiamo esimerci dal precisare un paio di cosette in merito dichiarazioni odierne dell’ad rossonero. Delle due l’una: o Galliani si è trasformato in un navigato venditore di oppio, oppure crede realmente a ciò che dice e allora i tifosi del Milan rischiano la rassegnazione più disperata.

Match contro il Malaga: quali le note positive, anzi “buonine”? Montolivo, finalmente all’altezza delle qualità sempre attribuitegli. E stop. Pato che torna al gol? Sì, ma che altro ha combinato per tutta la partita? Bisogna essere ottimisti però, Galliani insegna: il fatto che non si sia rotto per l’ennesima volta è già una notizia ma lo step successivo, quello cioè del ritorno alla dimensione di attaccante decisivo, appare al momento complicatuccio. La nota lieta di Constant a sinistra? Sì, come no: un’intuizione talmente brillante e spontanea che Allegri l’ha sperimentata solo dopo aver perso Antonini (non proprio Djalma Santos). L’ex Genoa ha pennellato il cross del pareggio ma si è pure perso l’avversario in occasione del gol degli spagnoli, alternando per tutta la partita cose discrete ad amnesie imbarazzanti. Evitiamo di pensare a chi correva alla sinistra del “Diavolo” fino a pochi anni fa: significherebbe infierire sadicamente. Ancora: De Jong? Presentato come uno dei playmaker più forti d’Europa, si sta rivelando centrocampista di piattezza deprimente: mai una verticalizzazione, mai una giocata di qualità minima. Van Bommel, pure lui tutt’altro che un virtuoso della mediana, esce dal confronto con l’ex City tirato a lucido e pronto per la hall of fame. Benino, finalmente, Bojan ma era ora e comunque ci sembra un po’ pochino per spargere entusiamo in merito ad un attacco che al momento è solo ed unicamente foraggiato dal talento di El Shaarawy. Il Malaga non è il Real nè il Barcellona, eppure ha sottratto 5 punti su 6 ai rossoneri: in pratica, gli spagnoli hanno fatto il Milan e i rossoneri sono apparsi un club di seconda fascia, aggrappato al punticino per tenersi in vita in un girone che solo un paio di stagioni fa avrebbero dominato agevolmente. La rinascita in campionato? Sette punti nelle ultime tre partite con Genoa, Palermo e Chievo, cioè con tre squadre che hanno totalizzato, insieme, 27 punti, uno in meno della capolista Juventus, e subito la bellezza di 53 gol, con i gialloblu sconfitti cinque volte su cinque in trasferta.

L’ottimismo è virtù ammirevole ma se si perde di vista un po’ di sano realismo, si rischia il pericoloso sconfinamento nell’illusione. E quando si occupano posizioni di comando, certe divagazioni non ce le si può proprio permettere. Capito signor Galliani?

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