L?Ogbonna insolito - Calcio News 24
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L?Ogbonna insolito

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Settanta giorni di inattività per un calciatore professionista sono tanti. Perdi il ritmo partita, perdi i tempi degli interventi e soprattutto perdi la tranquillità nelle giocate e quella serenità mentale che ti faceva essere quasi spavaldo nei confronti degli avversari che andavi ad incontrare. Se n’è accorto Angelo Ogbonna che dopo 68 giorni dalla sua ultima partita casalinga contro il Milan (9 dicembre 2012), la settimana scorsa è tornato a calcare un campo da calcio contro l’Atalanta dopo l’operazione all’inguine per curare un’ernia da sport e la lunga e faticosa riabilitazione.

INCERTEZZE – Già contro i bergamaschi ‘l’Angelo granata’ aveva lasciato trapelare incertezze insolite per uno dei migliori difensori del panorama italiano. Il fatto che fosse meno brillante dal punto di vista atletico era assolutamente lecito aspettarselo dopo tanta inattività. Due mesi e un pezzo sono tanti per chi è abituato ad allenarsi tutti i giorni e a giocare una gara ogni settimana. Ma la cosa che ha stupito maggiormente sia gli addetti ai lavori che i tifosi è stata la mancanza di sicurezza. Quella spavalderia positiva nell’affrontare l’avversario che ha fatto del numero sei un baluardo granata e azzurro. Ieri a Cagliari la cosa s’è ripetuta con un ‘lieve’ aggravante: la goffaggine negli interventi.

TEMPI – All’Is Arenas ‘Ogbo’ è stato senza ombra di dubbio il peggiore in campo e forse ha disputato la peggior partita da quando è approdato sotto la Mole: mai così male in più di dieci anni di onorata ‘militanza’ torinista. Lasciando perdere il primo rigore trasformato da Sau, inventato di sana pianta dal direttore di gara Peruzzo, sono altri due gli errori clamorosi che non ti aspetti da un giocatore del suo calibro: il fallo da rigore commesso su Pinilla e il 2-2 di Conti. Nel primo caso ha completamente sbagliato i tempi dell’intervento travolgendo l’avversario e beccandosi, giustamente, come da regolamento quando è chiara occasione da gol, il cartellino rosso. Nel secondo caso, invece, ha ciccato totalmente la diagonale, lasciando colpevolmente solo il capitano sardo al centro dell’area di rigore. Un errore elementare, da scuola calcio, non da Ogbonna.

RODRIGUEZ – A questo punto forse sarebbe meglio valutare la situazione. Per avere un giocatore non ai suoi livelli, goffo ed impacciato, sarebbe meglio lasciarlo in panchina, in attesa che ritrovi la forma migliore, e magari rispolverare quel Rodriguez che quando ha dovuto sostituirlo non l’ha fatto per nulla rimpiangere e che soprattutto è quasi sempre  stato tra i migliori in campo. Lasciare in panchina il vice-capitano fino a che non riacquisterà la sua proverbiale sicurezza sarebbe una scelta che Giampiero Ventura dovrebbe prendere seriamente in considerazione. Per il bene del Toro ma soprattutto del giocatore. Domenica prossima contro il Palermo mister libidine sarà costretto a farlo vista la squalifica, ma riproporre la cosa anche la gara successiva non sarebbe male. Mettere in discussione Ogbonna sarebbe una bestemmia e noi non lo stiamo facendo, anzi. Stiamo soltanto pensando che il suo stato di forma, fisico ma soprattutto mentale, non è all’altezza. Per il momento. Per avere un giocatore mediocre in mezzo all’area, che si confonde con la pochezza della massa, è inutile. E’ come sprecato. Averlo al 100%, con la sua classe, la sua autorità e la sua spavalderia è un altro discorso.

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