2013

L’intoccabile

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“Avevo già discusso del mio trasferimento con Alex Ferguson nel 2010; lo United contattò il club dopo una stagione fantastica ma l’Inter chiese troppi soldi per me. E io a Milano mi trovavo bene, quindi decisi di rimanere”. Così Wesley Sneijder in un’intervista a ‘Galatasaray Dergisi’. L’olandese, per il quale lo United avrebbe fatto follie all’epoca, è stato regalato, lo ricordiamo, a gennaio ai turchi del Galatasaray (dei furboni, non c’è che dire, considerato pure l’affare Felipe Melo dalla Juventus) per 7,5 milioni di euro al termine di una vicenda nella quale il direttore tecnico nerazzurro, Marco Branca, ha avuto modo di esibirsi in un altro paio di gaffe, così tanto per gradire.

Il “caso Sneijder”, ingaggio faraonico risparmiato ma una ventina di milioni bruciati, ha preceduto di poco la pessima gestione della vicenda Carew, altro episodio che pare abbia generato l’ira di Massimo Moratti per il danno d’immagine subito dal club.

Di arrabbiatura in arrabbiatura, torna alla memoria la “figuraccia” Forlan, bomber uruguaiano arruolato nel 2011 senza sapere (sigh!) che avendo già disputato un paio di partite nei preliminari di Europa League, non avrebbe potuto giocare la fase a gironi della Champions. Bazzeccole, dettagli: non vi sarà mica passato per il cervello che il direttore dell’area tecnica di una società del prestigio dell’Inter decidesse di dimettersi per una roba del genere? E poi in Italia?

Tranquilli: se l’avete pensato, la cosa non è chiaramente accaduta, visti i disastri successivi. Quali? Beh, si va dai viaggi in Brasile (a fare cosa?), alle promesse strapagate (Alvarez?), ai giovani svenduti e finiti alla concorrenza (Bonucci, Destro?), il tutto coronato da una serie di uscite verbali da collezione, non proprio adeguate al ruolo ricoperto.

Lungi dal dare ragione a Gabriele Oriali, il quale nel marzo 2012, sparava a zero sulla mediocre stagione nerazzurra, indicando proprio in Branca uno dei principali responsabili (“I fatti dicono che sta lavorando da solo da due anni e i risultati sono questi”, fonte ‘gazzetta.it’), ci chiediamo, e da tempo, come possa un club del livello dell’Inter convivere, tollerare e dimenticare certi errori clamorosi che ad un comune mortale sarebbero già costati il posto di lavoro almeno un paio di volte.

Nel caso di Marco Branca poi, si parla del direttore dell’area tecnica, di colui il quale dovrebbe quindi impostare, condurre, approvare tutte le scelte di mercato, nella speranza di azzeccarne almeno la metà. Non si riscatta Andrea Poli (altro destinato probabilmente alla concorrenza e a vestire la casacca bianconera) e si arruola il volenteroso ma mediocre Gargano: la logica dell’operazione? Qualcuno che ce la spieghi? Il fallimento Zarate?

Potremmo continuare ma ci pare che le argomentazioni esposte siano già più che sufficienti per concludere con una domanda tanto spontanea quanto decisiva. Perché Massimo Moratti si ostina a non separarsi da Marco Branca? Un motivo dovrà pure esserci escludendo quello masochistico. Gradiremmo capirlo e con noi, ammesso che già non lo conoscano, anche Oriali, Benitez, Gasperini e Ranieri.

L’avevamo intuito già da un pezzo ma i fatti (gli allenatori e i giocatori) successivi al mitico “Triplete” non hanno che confermato una sensazione già latente: il merito di quelle incredibili vittorie fu tutto di Josè Mourinho, dalla prima all’ultima scelta. Ecco perché temiamo, per i tifosi nerazzurri, che esse siano irripetibili.

“Io direi di diventare tutti contenti senza chiederci perché”

Quino, (Miguelito)

 

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