2013

L’addio alle armi di Adriano Galliani

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C’ERAVAMO TANTO AMATI Luciano De Crescenzo scrisse: “Quella del calcio è l’unica forma di amore eterno che esiste al mondo. Chi è tifoso di una squadra lo resterà per tutta la vita. Potrà cambiare moglie, amante e partito politico, ma mai la squadra del cuore”. Queste potrebbero essere parole tolte dai pensieri di Adriano Galliani, amministratore, tifoso, appassionato del Milan dal 1986 e che oggi, dopo quasi trenta anni di assoluta fedeltà alla bandiera, potrebbe dire addio al club rossonero, come definisce spesso con commozione e orgoglio: “Il club più titolato al Mondo”

 

 

LA MUSICA E’ FINITA, GLI AMICI SE NE VANNO – Ma la vita è così: scelte difficili al momento giusto.  Questo Milan, il suo, non è più aggressivo, non vince e non convince, così Adriano Galliani, come il migliore dei padri di famiglia, non senza dolore, potrebbe aver deciso di ritirarsi in buon ordine per un bene superiore. Questo almeno si auspica “Lady B”, Barbara Berlusconi. Lei infatti, la prima a spingere per un radicale cambio ai vertici della società, un soffio d’aria fresca che riesca a condurre la squadra verso più rosee primavere. 

A poche ore dal vertice di Arcore si affacciano diverse opzioni in sostituzione del veterano Galliani. Per l’area tecnica si parla della storica bandiera Paolo Maldini, ma anchepapabile Demetrio Albertini e il “bianconero” Fabio Paratici, mentre Claudio Fenucci (a.d. della Roma) e Michele Uva (d.g. della Coni Servizi) sono i nomi maggiormente quotati come guida della società.

 

 

SACRIFICARSI PER LA SQUADRA – Quante volte Adriano Galliani avrà pronunciato queste parole ai suoi ragazzi? Ed oggi sembra essere arrivato il momento di dimostrare con i fatti, la dedizione e la passione per la maglia. Sono lontani i tempi delle vittorie, del tridente del Milan degli invincibili, lontano il 2011 quando fu inserito nella “Hall of fame del calcio italiano” come premio per la sua brillante carriera da dirigente italiano, lontani anche i tempi in cui la parola Champions faceva rima con Milan prima che con Ligue. Ma, come disse una volta Rino Gattuso: “Nessuno è più milanista di Galliani” e siamo pronti a scommettere che ci mancheranno le sue espressioni di sofferenza sugli spalti quando la sua quadra “proprio non va”, la sua cravatta gialla portafortuna, il suo non guardare quando bisogna tirare un rigore “delicato”. Perché Galliani, nel bene o nel male ha scritto la storia del calcio italiano, ed è anche merito suo se i diavoli in questi anni hanno giocato e conquistato, lottato e vinto. 

Ora forse è venuto il tempo di voltare pagina per la società di Via Turati, per tornare a rappresentare degnamente i colori che hanno dominato l’Europa e il Mondo per molti anni, rosso come il fuoco e nero come la paura che avranno gli avversari.

 

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