2017

Keita è sparito: la Lazio può chiedere la squalifica, Juventus… “bloccata”

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La guerra di calciomercato tra Keita e la Lazio continua senza esclusione di colpi: l’attaccante è sparito e punta alla causa per mobbing, la società potrebbe chiedere la squalifica intralciando la Juventus

Come in una canzone napoletana di qualche anno fa, Keita Baldé è latitante. Chi lo cerca a Roma di sicuro non lo troverà mai, perché l’attaccante della Lazio non è nemmeno più in Italia. Le ultime lo danno a casa sua, a Barcellona, lontano ormai dal suo passato (sì, passato decisamente) biancoceleste. Ieri il direttore sportivo laziale Igli Tare è stato piuttosto chiaro sulla questione del senegalese, mettendo l’animo in pace a tutti i tifosi: Keita a Formello non si farà mai più vedere (leggi anche: Lazio, Tare già lo sa: «Keita non tornerà»). Il giocatore è già stato richiamato due volte per assenza ingiustificata dalla Lazio, per una pura questione formale sarà richiamato anche una terza, poi scatterà la multa in automatico. Keita, dal canto suo, ha già inviato certificato medico adducendo un fortissimo stress psico-fisico come causa della sua assenza.

L’attaccante aveva chiesto due giorni di malattia l’altro ieri, adesso potrebbe inviare ancora un altro certificato medico stamane per chiedere una proroga. A quel punto di regola la Lazio dovrebbe accertarsi che Keita sia veramente malato con una visita fiscale, ma il fatto che il senegalese non sia in Italia, ma sia appunto fuggitivo in Spagna, rende molto difficile l’espletamento di questa pratica meramente burocratica.

Juve attenta, la Lazio adesso vuole la squalifica di Keita!

Come si procederà a questo punto è difficile prevederlo, probabilmente anche Nostradamus avrebbe difficoltà a capire bene le prossime mosse tanto del giocatore quanto dei biancocelesti. Che per Keita sia in arrivo una multa è poco ma sicuro, il problema è che, da regolamento interno e da accordo collettivo, la Lazio non potrà fare molto male al giocatore: la detrazione massima in caso di multa per questioni del genere è del 15% dello stipendio mensile lordo del calciatore (nel caso di Keita, supponiamo, poco più che 10mila euro). Ieri la Curva Nord, nel mentre, si è già esposta in maniera molto più che dura nei confronti dell’ormai ex idolo di casa e del suo procuratore, Roberto Calenda, con tanto di striscione intimidatorio (leggi anche: Lazio-Spal: striscione contro Keita e Calenda – FOTO): ora come ora l’epilogo quasi scontato dell’intera vicenda sarà presso un tribunale sportivo. Keita potrebbe denunciare la Lazio al collegio arbitrale per mobbing (solo così si spiega la presunta diagnosi da stress inviata con certificato medico).

La Lazio, decisa a difendersi, invece potrebbe andare molto più in là. Se l’obiettivo del senegalese è quello di liberarsi con qualche mese di anticipo dal contratto in scadenza nel 2018 per accordarsi con la Juventus magari già verso la fine dell’anno, la società potrebbe invece chiedere prima di tutto la sospensione dell’intero ingaggio fino alla fine della stagione e poi, oltre ad un eventuale indennizzo per chi tratterà con Keita, anche una bella squalifica per il giocatore. Un modo per impedire alla Juve, che finora ha offerto 15 milioni di euro per il suo cartellino (troppo pochi secondo Claudio Lotito, che punta ad un accordo di calciomercato più remunerativo) di arrivare alla firma del contratto in tempi ragionevoli. Tutto e il contrario di tutto e, nel frattempo, il Milan che tenta un’ultima mossa a sorpresa (leggi anche: Milan, rilancio per Keita). Come dicono a Roma: “a guera è guera”.

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