Juventus: ultimatum Lazio a Keita, ma lui punta alla causa per mobbing - Calcio News 24
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2017

Juventus: ultimatum Lazio a Keita, ma lui punta alla causa per mobbing

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Keita verso la causa per mobbing alla Lazio: l’attaccante, scappato da Formello, ha già ricevuto l’ultimo avviso dalla società. Resta la Juventus come sfondo di calciomercato, ma possono passare mesi…

Il primo richiamo è partito mercoledì, il secondo ieri, non ce ne sarà un terzo. Keita Baldé è obbligato a presentarsi agli allenamenti della Lazio entro quarantotto ore, cioè al massimo entro la giornata di domani, o scatteranno le sanzioni nei suoi confronti. La prima di queste, la più ovvia, è la sospensione dello stipendio con relativa multa, poi si vedrà. Dalle parti di Formello danno tutti per scontato che comunque, in ogni caso, l’attaccante non si presenterà ai prossimi allenamenti: la sua mossa ormai l’ha fatta e non tornerà indietro. Quello di Keita è un non caso però per la Lazio: dopo l’esclusione dalla finale di Supercoppa Italiana, sia Claudio Lotito che la dirigenza biancoceleste si attendevano che il senegalese ed il suo procuratore Roberto Calenda si muovessero in tale direzione. Adesso però viene il bello, perché si procederà direttamente per vie legali.

Keita, che continua a fare pressioni per un accordo di fine calciomercato con la Juventus (leggi anche: Juventus, per Keita ultimi spiraglio alla fine) ha un programma chiaro: denunciare la Lazio presso un collegio arbitrale per mobbing. Il giocatore crede di essere stato escluso dalla squadra col chiaro intento di essere ceduto ad una società di gradimento della Lazio, cioè di essere stato forzato sotto ricatto prima al rinnovo (mai arrivato) e poi, successivamente, ad andare dove Lotito voleva che andasse (lo stesso presidente, in una intervista, ha parlato chiaramente di offerte rifiutate dal ragazzo. Leggi: Lotito avvisa la Juve: «Paghi per Keita, lui faccia come vuole»).

Calciomercato Juventus: Keita, il mobbing, la Lazio… il tempo

La Lazio, dal canto suo, si sente certa della bontà del proprio operato: avrebbe proposto al giocatore un rinnovo, però rifiutato, lo avrebbe inserito inizialmente nel progetto attendendo che il senegalese accettasse una destinazione propizia e, alla fine, non lo ha escluso dalla rosa per sua espressa volontà ma per semplice scelta tecnica (come dichiarato dallo stesso allenatore Simone Inzaghi). Tradotto: Keita non è fuori squadra, ma si è auto-escluso da solo in questi giorni non presentandosi agli allenamenti. I biancocelesti allora sono pronti alla causa presso il collegio arbitrale (l’ultima di una lunga serie negli ultimi anni), forti della propria posizione. L’attaccante chiederà probabilmente la risoluzione del contratto per firmare con chi vuole (Juve sempre in prima fila), la Lazio invece vorrà ottenere una sorta di indennizzo dal giocatore (o dalla squadra che lo tessererà). Tutto questo però non avverrà in tempi stretti, tutt’altro: serviranno mesi…

Come il caso Goran Pandev insegna, una risposta da parte dell’arbitrato potrebbe arrivare non prima di dicembre: passeranno cioè mesi prima che Keita possa svincolarsi o che la Lazio possa ottenere giustizia. Una prospettiva tutto sommato accettabile per il giocatore, che comunque sarebbe prigioniero della società almeno fino alla fine di questa stagione e che anzi all’idea di liberarsi entro fine anno sarebbe più che felice, ma pure per la Lazio, che tanto Keita non lo vuole cedere adesso e che è disposta ad aspettare che l’arbitrato dica la sua tenendo il ragazzo ai margini della rosa. Chi ci perde forse è solo la Juventus, costretta ad aspettare mesi che la giustizia sportiva faccia il suo corso, senza sapere ancora se Keita potrà arrivare a zero nel 2018, pagando la Lazio o se… non arriverà mai.

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