2017

Kean contro il suo futuro: «Juve, ora penso solo all’Hellas»

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Moise Kean sta trovando minuti e gol con l’Hellas, ora sfida la sua Juventus: «Io come Balotelli? Siamo diversi. Qui a Verona…»

C’è soltanto un 2000 tra gli oltre 40 “prestiti” bianconeri e la Juventus sabato se lo ritroverà di fronte al Bentegodi. Moise Kean compirà 18 anni il 28 febbraio, eppure ha già realizzato i sogni di molti suoi coetanei, come ha ricordato “Tuttosport”: ha esordito in serie A e in Champions League, ha segnato un gol con la maglia della Juventus e a Verona sta confermando di avere un talento sopra la media. Etichetta da predestinato certificata dai minuti (720) e dai gol (2), che non sembrano certo quelli di un 17enne.

HELLAS E RAIOLA – Forse nemmeno Kean ad agosto si sarebbe aspettato di giocare così tanto: «Quando ho scelto il Verona, non ho fatto calcoli, mi sono solo detto: “Vado là per guadagnarmi il posto”. Sono soddisfatto di questi mesi, ma posso e devo dare di più per la squadra e per i tifosi. Ho 17 anni e so di dover migliorare ancora molto». Pecchia cosa le chiede in particolare? «Di aiutare la squadra e di sacrificarmi». Dopo il gol al Milan, sono arrivati diversi messaggi. Il più bello è stato…: «…quello della mamma. Mi ha inviato una preghiera. Siamo molto religiosi». Lei e Donnarumma avete lo stesso procuratore: qual è il consiglio che le ripete più spesso Raiola? «Mino mi dice sempre di giocare il mio calcio e di prendere esempio da un campione come Ibrahimovic. Ci ha fatto conoscere, andiamo molto d’accordo. Mi piacciono la sua serietà nel lavoro e la cattiveria. Tra i miei attaccanti preferiti c’è anche Balotelli e pure con lui ho un buon rapporto. Di Mario apprezzo la tecnica e la velocità».

JUVENTUS – Ha già immaginato come sarà sfidare la Juventus? «Sarà emozionante, ma la affronterò come se di fronte avessi il Milan: nei miei pensieri c’è solo il Verona, ora». Se segna alla Juve esulta? «No». Con chi le piacerebbe scambiare la maglia? «Marchisio o Buffon, anche se ho letto che Gigi forse non recupererà. Con me è sempre speciale, mi ha soprannominato “cucciolo” e mi ha trattato come un figlio l’anno scorso. Per la differenza di età in teoria potrei esserlo davvero. Lui è talmente alla mano che finisco per dargli del tu anche io».  Che rapporto ha con Allegri? «Buono. Con me è stato sempre duro, ma per il mio bene: ha visto tanti talenti bruciarsi e ha voluto evitare che mi potessi montare la testa. Lo ringrazierò sempre».

SOGNI E PROGETTI – Ha un sogno ricorrente sul calcio? «Un gol di testa in finale di Champions… contro una squadra spagnola». Firmerebbe per chiudere la stagione con 10 gol? «10 o di più… conta solo che siano utili per salvarci». Di Torino le manca qualcosa in particolare? «Le passeggiate in piazza Vittorio. Ma a Verona sto benissimo, la città è bella e si mangia bene: ho un debole per l’ossobuco».

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