2016

Karnezis: «Felice a Udine, Fofana può diventare grande»

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Udine è terra di futuri prodigi per i portieri, ma nel frattempo è Orestis Karnezis a difendere i pali dell’Udinese nel suo momento magico: «Importante rimanere con i piedi per terra»

Il Friuli fabbrica portieri dall’avvenire assicurato come Alex Meret e Simone Scuffet, ma per ora il Dio è greco, che da 3 anni difende con ottimi risultati la porta dell’Udinese. E, udite, udite, non è intenzionato a mollarla. Orestis Karnezis è l’unico giocatore che non ha fatto rimpiangere il totem del proprio ruolo venduto a suon di milioni dai Pozzo. Karnezis meglio di
Handanovic? I numeri dicono che l’attuale numero 1 è una sicurezza. Nelle pagelle de “La Gazzetta dello Sport” in queste 17 giornate ha preso un solo 5,5, nella disfatta interna con la Lazio, che ai primi di ottobre è costata il posto a Iachini.

MAGIA DELNERI – Poi è cambiato qualcosa? Nelle prime 7 gare avete preso 12 gol, nelle successive 10 altri 12, ma anche nelle prime 7 giornate avete segnato 7 gol, nelle successive 10 ben 18: «Guardi, io in matematica non ero bravo, ma se lo dicono i numeri qualcosa è cambiato. Non prendere gol è un misto di concentrazione, disciplina e bravura».

ANNO D’ORO – Lei parla tanto con la difesa? «Il giusto. Sulle palle inattive devo dirigere io, per il resto comandano i centrali». Una sola insufficienza: che significa? «Che siete miei amici… Scherzo. Io cerco di fare il mio lavoro al meglio e di far sentire al sicuro il reparto. Certo, mi fa piacere, sento la fiducia e gioco con continuità. E ho un ottimo preparatore, Brunner, conosce il suo mestiere». Con Atalanta, Empoli e Genoa ha fatto cose straordinarie: scelga la più bella. «Dico tutte e 3 perché hanno prodotto la vittoria, quel che conta. Sono state gare di sofferenza e ho fatto delle parate decisive».

UDINE – Terzo anno a Udine: bilancio? «Ottimo. Siamo felici. La gente mi rispetta. E apprezzo Grado, Lignano, Tarvisio, Trieste». Dicono che lei abbia un debito di riconoscenza verso il club che al 1° anno l’ha trattata molto bene in un momento difficile. «Vero. Mia moglie aveva una gravidanza a rischio, doveva stare in ospedale negli ultimi 2 mesi, il tecnico di allora Stramaccioni e il d.s. Giaretta sono stati molto comprensivi e mi hanno concesso dei permessi. Non dimenticherò mai quello che hanno fatto».

IL GRANDE SALTO – L’idea di una big ora la stuzzica? «Un calciatore deve sempre rimanere coi piedi per terra. Questo mi ha fatto capire il calcio. Non devi mai svegliarti e sentirti un fenomeno e sognare di andare al Manchester». Chi le piace tra i colleghi in A, un italiano e uno straniero? «Consigli del Sassuolo ha stile e trasmette serenità, Reina è di alto livello, come Handanovic». L’attaccante affrontato che non vorrebbe mai avere contro? «La stupisco se le dico Klose? Si muoveva benissimo. Poi Tevez, Dybala e Higuain».

NAZIONALE E COMPAGNI – La Grecia è in ripresa e sogna il Mondiale. E Atene migliora… «Abbiamo preso una lezione. Il nuovo tecnico Skibbe ci ha cambiato la testa e abbiamo capito che non potevamo più andare avanti così. Una grande città non si cambia con un clic, ma qualcosa si muove». Il suo connazionale Kone soffre, ribadisce che Fofana somiglia a Pogba? «Kone è un giocatore vero, di personalità, qui non è riuscito a dimostrarlo e mi dispiace. Fofana è forte, se ascolterà i consigli, diventerà un big».

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