2019
Kaly Sene, lo scopritore: «Dall’Eccellenza alla Juventus, vi racconto la sua favola» – ESCLUSIVA
Dal Senegal all’Italia, dall’Eccellenza alla Juventus. L’incredibile favola di Kaly Sene raccontata da Salvatore Cuccarese, il suo scopritore: «Quando corre sembra Asprilla» – ESCLUSIVA
Dal Senegal a Torino, tre anni fa appena, per raggiungere la mamma in Italia. Dai Giovanissimi alla prima squadra, in un amen, con indosso la maglietta dei dilettanti torinesi del Vanchiglia. Dall’Eccellenza alla Juventus, per toccare il cielo con un dito, all’apice di una vertiginosa ascesa che in cinque mesi soltanto gli ha ribaltato la vita. Perché Mamadou Kaly Sene, la “gazzella di Dakar”, da ieri è un giocatore bianconero: verrà aggregato alla Primavera di mister Baldini. E alla scoperta del nuovo talento classe 2001 siamo andati grazie a chi lo ha visto crescere: Salvatore Cuccarese, il direttore sportivo della società che lo ha allevato, cresciuto e infine ceduto alla Juventus.
Partiamo, inevitabilmente, dal principio: com’è nata questa incredibile storia?
«Tutto è cominciato appena tre stagioni fa, quando Kaly è arrivato a Torino. Conosceva soltanto qualche parola in italiano, l’abbiamo tesserato e inserito con i pari età nel gruppo dei nostri Giovanissimi».
Aveva i tratti del predestinato?
«Macché, anzi. A dire il vero, giocava e non giocava. Era evidente avesse delle qualità, certo, ma tecnicamente era davvero molto grezzo. Soltanto lo scorso anno, nelle prime apparizioni in Promozione, era rimasto abbastanza nell’ombra».
E poi?
«E poi la vera svolta è arrivata in estate. Ha fatto il ritiro con la prima squadra neo-promossa in Eccellenza, trovato il gol all’esordio in campionato e segnato otto reti soltanto nel girone d’andata. Il 4-3-3 con cui abbiamo giocato finora ha esaltato le sue caratteristiche da esterno d’attacco».
E così, partita dopo partita, è cresciuto l’interesse nei suoi confronti…
«Si è iniziato subito a parlare di Kaly ad inizio stagione e, prima ancora che potessimo accorgercene, le nostre domeniche hanno iniziato a gravitare unicamente intorno a lui. Ad ogni partita avevamo la tribuna gremita di osservatori che arrivavano da tutte le parti d’Italia: sugli spalti tutti aspettavano soltanto che ricevesse lui il pallone».
Quali società si sono fatte avanti per Sene?
«Già in autunno ha svolto un provino al Novara, quindi c’è stato un sondaggio da parte del Torino. E l’abbiamo portato anche in Liguria, per degli allenamenti con la Sampdoria e con la Virtus Entella. Ma a chiederci informazioni sono state davvero tante realtà, dal Genoa fino al Sassuolo. Poi, nell’ultima settimana, è stato a Vinovo sotto gli occhi della Juventus».
Quanto è cresciuto nei tre anni insieme a voi?
«Davvero tanto: i mezzi atletici li ha sempre avuti, ma ora è molto più completo anche a livello tecnico. E’ un destro naturale che ha imparato ad usare bene entrambi i piedi, sa segnare sfruttando velocità e dribbling ma adesso calcia molto bene anche da fuori area».
In lui rivede qualche giocatore in particolare, dovesse azzardare un accostamento?
«Quando corre, elegante e coordinato, è davvero uno spettacolo, Mi ricorda molto da vicino Asprilla ai tempi del Parma: nel lanciato non c’è modo di fermarlo».
Dentro e fuori dal rettangolo di gioco, che tipo di ragazzo è?
«Serio e scrupoloso, sempre pronto a lavorare duramente e mai un ritardo all’allenamento in tre anni. Un ragazzo discreto, proprio come la mamma che lo segue sempre seduta in tribuna, e abbastanza timido, anche se ora parla molto bene in italiano. Si è integrato bene, qui era coccolato e ben voluto da tutti: davvero un ragazzo squisito».
Pronto per il grande salto, quindi?
«Per me sì, con quel pizzico di fortuna che è sempre necessaria può arrivare. Ha voglia di imparare e quella fame fondamentale per continuare a crescere senza montarsi la testa».
@DanieleGalosso